Secondo il rapporto frutto delle indagini delle Nazioni Unite il principe saudita Mohammed bin Salman sarebbe coinvolto nell’assassinio del giornalista Khashoggi.
Agnes Callamard, investigatrice delle Nazioni Unite specializzata in esecuzioni extragiudiziali, nel suo rapporto pubblicato mercoledì, ha dichiarato: “Il signor Khashoggi è stato vittima di un’esecuzione deliberata e premeditata di cui lo Stato dell’Arabia Saudita è responsabile ai sensi del diritto internazionale dei diritti umani”.
Il rapporto, presentato al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, mette in evidenza come i critici del regno siano deliberatamente presi di mira, e che l’Arabia Saudita ha utilizzato sofisticati spyware di sorveglianza per hackerare i telefoni di giornalisti e accademici.
Inoltre, nel rapporto si cita un audio dall’interno del consolato registrato pochi minuti prima che Khashoggi entrasse. Nella registrazione Maher Abdulaziz Mutreb, un uomo molto vicino a bin Salman, ha chiesto se fosse possibile “mettere il sacco nel bagagliaio”?
In risposta, Salah Mohammed Abdah Tubaigy, noto medico forense saudita, ha replicato: “No. Troppo pesante”.
“Dovremmo tagliare gli arti. Non è un problema. Il corpo è pesante. Se prendiamo dei sacchetti di plastica e lo tagliamo avremo risolto.”
In risposta alle accuse dell’investigatrice Onu, il ministro degli Esteri Adel al-Jubei ha twittato: “niente di nuovo … il rapporto del relatore in seno al Consiglio dei Diritti umani contiene chiare contraddizioni e accuse infondate.”
La vittima, Jamal Khashoggi, era uno dei giornalisti più importanti del Washington Post, ed era molto critico nei confronti del principe e delle sue politiche. È stato assassinato il 2 ottobre da un gruppo di agenti sauditi, mentre si trovava nella sede consolare saudita a Istanbul per completare alcune pratiche burocratiche.
La sua uccisione ha scioccato e indignato l’opinione pubblica internazionale e compromesso l’immagine del principe ereditario saudita.
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