Ekrem İmamoğlu del Partito Popolare Repubblicano CHP nel corso della sua campagna ha affermato in più occasioni che i profughi siriani che vivono in città devono tornare in Siria.
ll nuovo sindaco della capitale economica e culturale della Turchia è stato eletto per la seconda volta il 23 giugno 2019 dopo che le elezioni di marzo erano state invalidate per irregolarità dalla Corte Suprema Elettorale.
Il neoeletto sindaco Istanbul ha sollevato con irruenza la questione siriana con una retorica degna di un Trump o di un Salvini dicendo che la sua priorità sarà quella di difendere gli interessi dei turchi minacciati dalla concorrenza dei profughi sul mercato del lavoro.
İmamoğlu ha poi insinuato sia stata pianificata una sorta di “sostituzione etnica” con finalità politiche, rivolgendosi ai suoi sostenitori nel distretto di Avcılar di Istanbul ha detto “I rifugiati siriani potrebbero essere stati portati in questo paese come strumento per modificare la popolazione e la cultura” e ha poi continuato: “ vogliamo che i rifugiati siriani tornino a casa.”
I siriani in rifugiatisi in Turchia a seguito della guerra scoppiata in Siria nel 2011 sono circa 3,5 milioni e il governo turco ne ha agevolato l’integrazione garantendo tra le altre cose il pieno accesso a salute ed educazione e implementando politiche sociali molto onerose per il paese anatolico.
Recentemente, il neoeletto sindaco di Bolu sempre del kemalista CHP come primo atto del suo mandato ha vietato la fornitura di aiuti municipali ai rifugiati siriani attirandosi le critiche delle associazioni per diritti umani.
La questione dei siriani è stata al centro del dibattito elettorale di marzo e molti sondaggi hanno evidenziato come a Istanbul in molti distretti tradizionalmente conservatori, roccaforti dell’AKP, lo scontento popolare nei confronti dei siriani abbia fatto perdere consensi al partito di Erdogan a favore del CHP e di İmamoğlu e delle loro proposte anti-immigrazione.
Il sentimento di ostilità nei confronti dei siriani è cresciuto negli ultimi tempi anche a causa di delle frequenti fake news che circolano sui social attribuendo ai siriani crimini efferati mai avvenuti oppure diffondendo falsità riguardo ai privilegi economici che il governo darebbe ai rifugiati in detrimento dei cittadini turchi.
Queste dinamiche le abbiamo ben presenti in Italia, e c’è da chiedersi come la sinistra italiana possa al contempo denunciare l’emergenza razzismo ed esultare per l’elezione la vittoria di un candidato in forte odore di xenofobia a Istanbul.
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