L’ Avvocato Generale della Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha emesso una sentenza di grande importanza sulla questione delle indicazioni d’origine che devono essere riportate sulle etichette dei prodotti importati nella UE provenienti dalle colonie israeliane nella Palestina occupata. Si tratta, nella fattispecie, di vini importati in Francia ma è chiaro che questa decisione riguarda tutti i Paesi dell’Unione e che va ben oltre la questione dell’etichettatura.
Il magistrato della Corte Europea si è opposto alle posizioni dei governi, particolarmente quelli della Francia e Germania, che contrastano le azioni di boicottaggio dei prodotti israeliani, affermando con chiarezza che “la politica di colonizzazione è da considerarsi una evidente violazione del diritto internazionale, particolarmente in merito al diritto dei popoli all’autodeterminazione” e considerando che “non è affatto sorprendente che taluni consumatori possano ritenere questa clamorosa violazione del diritto internazionale un elemento etico che influenzi le loro scelte d’acquisto”, in merito ha ricordato il precedente del Sudafrica ai tempi dell’apartheid.
La sentenza afferma la necessità di un’ etichettatura che riporti la dicitura “colonie israeliane” ma anche la legittimità della scelta di boicottare tali prodotti e che i consumatori debbano averei tutta l’informazione necessaria a orientare le loro scelte.
In definitiva, senza farne esplicitamente menzione, ha affermato che la campagna BDS ( Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) è del tutto legittima.
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