Eliud Kipchoge è diventato oggi il primo uomo che ha corso la cosiddetta maratona perfetta , avendo percorso la distanza di 42,195 Km entro le 2 ore. Per la precisione 1h59’40”. Il 34enne podista keniano è già detentore del record mondiale nella maratona, con un tempo di 2h01’39’ che rimane comunque il record mondiale di questa specialità dell’atletica leggera, perché quella di oggi non era una vera e propria maratona.
L’evento, 1:59 Challenge , è stato organizzato dall’azienda chimica britannica INEOS, e fa seguito al precedente tentativo organizzato dalla Nike, Breaking2 , tenutosi all’autodromo di Monza nel 2017.
Allora furono selezionati 3 atleti tra i quali arrivò primo proprio Kipchoge col tempo di 2h00’25” (“sconfitto” per 25 secondi!), un tempo quindi migliore del record mondiale, che è suo.
La sfida odierna si è svolta nel Prater di Vienna, su un circuito di 9,6 Km, ed avendo previsto un lasso di tempo di otto giorni (dal 12 al 20 ottobre) per poter scegliere le migliori condizioni metereologiche.
Al fine di aiutare la tenuta costante del passo di Kipchoge sono stati selezionati più di 40 atleti di primissimo livello (tutti sponsorizzati dalla Nike), che lo hanno accompagnato in una sorta di staffetta.
Anche a Monza i 3 atleti selezionati per la sfida furono supportati da una staffetta di campioni. Rispetto a Monza è stato fatto in modo che oggi ci fosse tanto pubblico a scaldare l’atmosfera, e quello di oggi era probabilmente l’ultimo colpo in canna di questo grande maratoneta, che da anni corre a livelli impressionanti.
Quello che mancava oggi era la Maratona, cioè la gara. Una gara “vera” è un appuntamento a cui si sceglie di partecipare, per il quale ci si prepara, e che ha luogo in un determinato giorno, ad una determinata ora, in una determinata località.
Ce ne sono tante di maratone durante l’anno, ma quella di oggi non era una maratona. Non c’erano avversari, tutti correvano per lo stesso risultato (di Kipchoge) e solo lui ha corso per 42,195 Km. Inoltre, al momento della partenza di una gara non c’è possibilità per nessun atleta di farla slittare, per le condizioni metereologiche o per sopraggiunte esigenze personali. Allo sparo si parte tutti, e chi arriva prima vince. Non esiste nell’atletica leggera qualcosa di simile al record dell’ora del ciclismo, e soprattutto non è possibile in una maratona entrare lungo il percorso e fare la “lepre” per un certo numero di chilometri, per poi passare il testimone a chi entra più avanti.
Il vincitore di una maratona fa un certo numero di chilometri “in gruppo” ma poi prosegue da solo, contro sé stesso e contro gli avversari, se ce ne sono. Lungo tutta la distanza, che non è mai un circuito tutto in piano da percorrere più volte, come a Monza e come a Vienna, può capitare di dover gestire diverse circostanze. Se ad esempio un avversario aumenta il passo c’è da effettuare delle valutazioni sulle sue reali possibilità di mantenere quel passo e sulle proprie condizioni in quel determinato momento.
A queste valutazioni, talvolta istantanee, fanno seguito delle scelte che condizionano la gara. E questo è forse l’aspetto più avvincente di una maratona, ed è totalmente imprevedibile. Questo però non toglie nulla alla performance odierna, che probabilmente al massimo un paio di atleti avrebbero potuto tentare oggi con le stesse possibilità.
Tra questi sicuramente c’è Kenenisa Bekele, che quest’anno ha vinto la Maratona di Berlino con un tempo di 2h1’41” arrivando a 2 secondi dal record Kipchoge, stabilito proprio a Berlino nel 2018.
Se è vero che queste sfide esulano dalla specialità della maratona cosi come è concepita, è anche vero che gli organismi internazionali non fanno grandi sforzi affinché i migliori atleti del momento sfidino i record esistenti e ne fissino dei nuovi.
Non che debbano aiutarli, ma neanche mandarli a competere in condizioni proibitive come all’ultimo mondiale di atletica tenutosi in Qatar, dove l’oro maschile nella maratona è stato ottenuto dall’etiope Lesisa Desisa con 2h10’40”, quando lo stesso atleta l’anno scorso aveva vinto la maratona di New York, un percorso non veloce, con 2h05’58”.
In definitiva quindi, se tra i migliori maratoneti in circolazione qualcuno sente di avere nelle gambe la possibilità di spostare l’asticella dei limiti umani, oltre che dei record ufficiali, per gli appassionati non c’è che da stare incollati alla diretta per seguirli. Per lo streaming youtube di oggi, al momento de’arrivo, eravamo quasi 800mila gli utenti collegati.
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