Pochi giorni fa Erdogan ha lanciato un’ampio intervento militare nel Nord della Siria contro le Forze Democratiche Siriane, a maggioranza curde e formate dalle Ypg, le unità di protezione popolare.
Le Ypg hanno partecipato alla sconfitta dell’Isis nel Nord della Siria grazie al sostegno degli Stati Uniti e della Turchia che hanno permesso l’afflusso di armi e munizioni e combattenti provenienti dal Nord dell’Iraq come riporta il Guardian.
Le forze curde attualmente controllano circa un quarto del territorio siriano, 480 km circa, un’area che si estende dall’Eufrate, sul perimentro di Raqqa e Deir Zor, fino a Kobani e Ras al Ain, al confine con la Turchia.
I motivi del conflitto
Erdogan afferma di essere intervenuto nel Nord della Siria per contrastare la nascità di un’autonomia curda dominata dalle Ypg, che minerebbe la sicurezza dei confini turco-siriani. Ankara infatti teme i legami che le Ypg hanno con il partito PKK: Il partito dei lavoratori curdi che da 35 anni è in aperto conflitto con la Turchia per l’indipendenza, guerra che ad oggi è costata 40mila vittime tra militari, civili turchi e curdi. Il Pkk è considerato dalla Turchia, Stati Uniti e Gran Bretagna cosi come dalla Nato, un’organizzazione terroristica. L’area controllata dalle Ypg che ora l’esercito turco sta invadendo è una zona ricca di giacimenti petroliferi ed è probabile che la Turchia abbia lanciato questa operazione militare anche per rompere gli approvvigionamenti delle Ypg, facendo controllare ai rivoluzionari siriani a lei alleati le importanti risorse di oro nero e gas presenti nell’area.
Cosa vogliono i turchi e i curdi delle Ypg
Erdogan con questa operazioni militare intende creare una zona cuscinetto al confine, un ‘area di 30 km circa, per evitare possibili attacchi del Pkk. Inoltre si pensa che la non semplice gestione dei milioni dei profughi presenti in territorio turco, abbiano spinto Erdogan ad intervenire anche per ricollocare nelle stesse zone milioni di siriani rifugiati. I curdi delle Ypg e Pkk invece intendono opporsi a questo piano, continuando l’esperienza di governo autonomo, sul modello del Kurdistan iracheno dove già esiste un’autonomia avviata. A livello territoriale i curdi, che sono circa 40 milioni, si dividono in 4 grandi aree suddivise tra Turchia Iraq, Iran e Siria. E sono per la maggior parte musulmani sunniti e in minoranza sciiti e yadizi. Su 40milioni, circa 20 vivono in Turchia, 10 in Iraq e Iran e circa 3 in Siria, oltre ad una vasta diaspora in Germania e Francia.
Le accuse delle Ong contro turchi e curdi
Amnesty International teme che “Le operazioni militari turche limiteranno l’accesso agli aiuti umanitari nell’area e porteranno la popolazione civile, già vittima di anni di violenze e di sfollamento, sull’orlo della disperazione”.
Marie Struthers, direttrice di Amnesty International, ha accusato le forze Ypg nel 2015 di aver deliberatamente distrutto e causato lo sfollamento di migliaia di arabi nel Nord Est della Siria:
Ci hanno detto che dovevamo partire o avrebbero detto alla coalizione americana che eravamo terroristi dell’Isis e che i loro aerei avrebbero colpito noi e le nostre famiglie, ha detto Safwan, uno sfollato, intervistato da Amnesty international.
Inoltre anche Human Right Watch ha accusato le Ypg di arruolare con la forza bambini soldato e di utilizzarli durante gli scontri armati.
Sul fronte, il controllo dei prigionieri Isis
Continuano intanto i bombardamenti di Ankara su Ras al Ain e le aree di confine tra Turchia e Siria. Erdogan ha annunciato che la prima città siriana Ras al Ain è caduta in mano turca mentre le Ypg smentiscono e denunciano il rischio che i miliziani dell’Isis possano fuggire dalle carceri durante i bombardamenti. Venerdi scorso il Dipartimento di Stato americano ha espressamente chiesto alle Ypg di rimanere a presidiare i complessi carcerari, aiutati dai Sas inglesi e francesi presenti nell’area anche se il loro numero esiguo renderebbe il controllo più difficile come riporta il Guardian. Ad oggi sarebbero almeno 200mila gli sfollati del conflitto mentre continuano i bombardamenti sulle citta’ controllate dalle forze Ypg.
Sul fronte curdo continuano intanto il lancio di razzi verso il confine turco: le vittime civili su entrambi i fronti sarebbero una cinquantina. Secondo Al Jazeera Trump starebbe lavorando per mediare tra i turchi e le per un cessate il fuoco. Le Forze curde intanto hanno siglato un’accordo con Assad per l’invio di truppe governative nel Nord del paese per contrastare l’esercito turco. Ma fonti sul campo negano movimenti di truppe governative verso il Nord della Siria.
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