In questi ultimi giorni la vicenda di Rawan, studentessa tredicenne rifiutata dalla palestra New Energy di Busnago poiché indossava il velo, ha scosso l’opinione pubblica e la notizia è arrivata anche al titolare della palestra stessa.
Il titolare, alle accuse ricevute ha replicato affermando che la ragazza non è stata soggetta ad alcuna discriminazione, ma che c’è stato un “malinteso” e che inoltre può iscriversi in qualunque momento lo voglia.
“Poiché però c’è un regolamento che disciplina l’uso delle macchine, occorre necessariamente che il copricapo sia di natura tecnico/sportiva e non quello tradizionale per una questione esclusivamente legata alla sicurezza.” ha detto il titolare.
Il problema quindi sembrerebbe essere stato l’abbigliamento, ritenuto poco consono, anche se comunque la ragazza e suo padre avevano già specificato al primo incontro che erano in possesso di tutto il necessario e che anche il velo sarebbe stato un velo sportivo aderente e che non avrebbe in nessun modo compromesso la sua sicurezza.
Ad ogni modo questa vicenda si è conclusa bene: il titolare si è scusato per il malinteso e Rawan, senza tirarsi indietro, si è iscritta in palestra!
Rimane comunque una sensazione di amarezza, perché questa volta è andata bene, ma quante volte si viene discriminati in base al colore della pelle, all’abbigliamento o alla provenienza?
Come dice Rawan “Gli adulti devono dare gli esempi ai ragazzi” non insegnare loro a discriminare il prossimo verrebbe da aggiungere.
Non bisogna mai tacere e bisogna avere la forza di Rawan e suo papà e continuare a lottare per ciò che si vuole senza farsi intimorire da nulla.
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