Il Royal Infirmary Hospital di Edibungo è un ospedale aperto poco dopo il 2000 alla periferia della città. La costruzione è stata legata ad una duplice intenzione: quella di sostituire il vecchio ospedale, il quale risiedeva presso una di quelle strutture gotiche tipiche del posto, con soffitti altissimi, vetrate imponenti, muri di pietre scure la cui malta era sempre occasione di restauro, e in secondo luogo costruire una struttura che rappresentasse un progetto pilota per tutti gli ospedali d’Europa.
Il New Infirmary, è un ospedale bellissimo, ampio, comodo, colorato, non manca di nulla, impossibile toccare una porta, si aprono tutte da sole. Le regole delle zone filtro sono strettissime, ci si cambia continuamente da una zona all’altra, per non parlare di quel fantastico gel disinfettante per le mani, che si è tenuti a passare continuamente.
Eppure un giorno, in terapia intensiva, parlando di microbiologia con un collega anziano, lui sconsolato mi disse: “Non capisco, quando eravamo nella terapia intensiva del vecchio ospedale, spesso dovevamo chiudere le finestre di corsa perché altrimenti la falciatrice dell’erba spingeva i suoi schizzi dentro il reparto, ciò nonostante non avevamo tante infezioni come qui! Da quando ci siamo trasferiti il problema infezioni è diventato un disastro!”
La questione dell’antibiotico resistenza oramai è materia comune, l’uso smodato degli antibiotici aumenta il problema delle infezioni ospedaliere e non solo, si corre quindi alla ricerca di nuovi antibiotici (parola di cui vorrei far notare l’etimo: contro la vita) e visti i dati OCSE (1) particolarmente sfavorevoli per l’Italia, il presidente di Confindustria, nel corso di una audizione presso la commissione affari sociali ha lanciato l’allarme.
Vorrei fa notare che Confindustria non dovrebbe lanciare l’allarme, quanto meno perché essa stessa è parte del problema. La corsa alla ricerca di nuovi antibiotici assomiglia alla corsa agli armamenti, un gioco infinito senza un possibile sbocco reale, se non quello di rivalutare le proprie posizioni e fare marcia indietro. L’urlo di Confindustria è l’urlo del fabbricatore di armi che lotta per la pace. Non solo non è a mio avviso credibile ma è per lo meno inopportuno.
Anche se con la solita estenuante lentezza la scienza si sta muovendo, si è cominciato a capire dapprima che non tutti i batteri sono nocivi, anzi, senza batteri noi non potremmo vivere. Tanto che oggi si comincia a parlare di microbioma, cioè l’insieme dei batteri presenti nel nostro corpo, che pare, siano normalmente più delle cellule del corpo stesso, come se fosse un organo a sé, con un ruolo indispensabile in tantissime funzioni che vanno dal metabolismo al sistema immunitario (1).
La strada sembra ancora lunga ma si intravede uno spiraglio, in India qualcuno ha pensato di dare i fermenti lattici ai bambini appena nati, trovando un effetto benefico contro l’insorgenza di sepsi neonatale, un’infezione spesso letale, in quei posti dove la sua insorgenza non è di certo rara.(2).
Si comincia a ristudiare la fisiologia per poter capire la patologia. Lungi da me demonizzare il giusto e auspicabile uso di antibiotici, è la strategia ad essere sbagliata ma noi continuiamo a cambiare solo la tattica.
Pasteur, da tutti riconosciuto come il padre della microbiologia moderna diceva: “Il terreno è tutto, il microbo è nulla”. Esiste all’interno del mondo medico scientifico, un ripensamento generale in tutti gli ambiti, si comincia a capire che non sempre è meglio fare tanto (3), a volte meno può essere meglio.
L’altro giorno in terapia intensiva un’infermiera, guardando dalla finestra il cielo limpido, ha detto quasi tra sé e sé, “dove entra l’aria e il sole non entra il medico”. Ha chiuso la tapparella, il vetro invece è impossibile da aprire in terapia intensiva. Anche voi ora state pensando all’ospedale di Edinburgo?
1. http://www.oecd.org Bloccare-lo-Tsunami-di-Super-Batteri.in-Italia.pdf
2. Baquero F, Nombela C. The microbiome as a human organ. Clin Microbiol Infect. 2012;18(Suppl 4):2–4.
3. Panigrahi P, Parida S, Nanda NC, et al. A randomized synbiotic trial to prevent sepsis among infants in rural India. Nature. 2017;548:407–12.
4. Less is more in critical care is supported by evidence-based medicine Catherine L. Auriemma* , Greet Van den Berghe and Scott D. Halpern. Intensive Care Med. https://doi.org/10.1007/s00134-019-05771-2
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