Il Parlamento Europeo ha bocciato la proposta di discutere il recente operato delle forze militari cilene ma a gennaio di quest’anno aveva votato riconoscendo l’oppositore Juan Guaidò come legittimo presidente del Venezuela.
Il presidente Cileno Piñera ha annunciato ieri la fine dello stato d’emergenza e la prossima implementazione di un’agenda sociale che in qualche modo sconfesserebbe tutta la politica economica del suo governo tenuta fino ad ora, ovvero: l’obbedienza cieca ai dogmi del liberismo e alle prescrizioni del Fondo Monetario Internazionale. Prescrizioni che prevedono che l’operazione riesca alla perfezione ma che purtroppo il paziente muoia.
Queste settimane di manifestazioni e di feroce repressione lasciano sul terreno 18 morti 600 feriti e circa 3000 arresti, il bilancio di una vera e propria guerra. D’altronde il governo cileno non ha esitato a inviare i reparti corazzati dell’esercito per le strade di Santiago e di altre città tanto che le immagini rievocano i tragici giorni del settembre del 1973.
Tutto ciò non è bastato ai governi e alle istituzioni europee per condannare il governo cileno, tanto che il Parlamento Europeo è riuscito a bocciare con 293 voti contrari la proposta presentata dall’europarlamentare di Podemos Eugenia Rodriguez Palop di discutere a Strasburgo l’operato delle forze militari cilene, tra coloro che si sono opposti anche i democratici italiani Moretti, Benifei e Bonafè.
Tutto ciò appare incomprensibile soprattutto alla luce del fatto che lo stesso Parlamento Europeo a Gennaio di quest’anno è intervenuto in modo assolutamente irrituale, diplomaticamente sconveniente e politicamente sbagliato nelle vicende interne al Venezuela riconoscendo con 439 voti a favore l’oppositore Juan Guaidò come legittimo presidente del Venezuela.
Guaidò, in quel momento presidente del Parlamento venezuelano, non è mai stato eletto alla presidenza del Venezuela da nessuna elezione, mentre Nicolas Maduro è pienamente legittimato dal voto popolare, pertanto la posizione assunta dal Parlamento Europeo ha costituito un vero e proprio atto ostile verso il Venezuela.
La lungimiranza dell’Europa è presto dimostrata, basti sapere che oggi l’oppositore made in USA Juan Guaidò è scomparso dai radar, e gode di un consenso popolare pressoché nullo, mentre Maduro mantiene saldamente le redini del paese sudamericano.
Questo è il tipico doppio standard che l’Europa adotta in politica internazionale: chiudere gli occhi sulla repressione attuata dai regimi amici per quanto brutale sia, basta mettano in pratica i dogmi del liberismo economico, e al contempo interferire, condannare, e chiedere sanzioni verso coloro che osano difendere la propria sovranità nazionale e avere una politica estera autonoma da Washington.
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