Al Baghdadi è morto: eleviamo una preghiera

Nel suo consueto stile, l’istrionico presidente degli USA, alcuni giorni or sono ha dato l’annuncio al mondo della morte del sedicente califfo Abu Bakr al Baghdadi, capo della tanto famigerata quanto misteriosa organizzazione detta “Lo Stato islamico dell’Iraq e dello Shām”, spesso (e per opportunità propagandistica) abbreviata in “Stato islamico”.

La Federazione Russa, nonostante sia stata esplicitamente fra quanti Trump si è affrettato a ringraziare per aver collaborato all’eliminazione di al Baghdadi, si è detta scettica sulla corrispondenza al vero dell’operazione e dei suoi risultati.

In effetti, e nonostante la solita fanfara mediatica, siamo tutti chiamati ad un atto di fede nella dichiarazione della superpotenza yankee: esattamente come per Bin Laden, nessun filmato ci sarà mai fatto vedere, nessuna prova oggettiva della morte di al Baghdadi, oltre al silenzio del diretto interessato, ovviamente.

Parlare di atto di fede non è improprio, perché l’establishment americano ci ha inondato di fake news così a lungo che diventa davvero difficile discernere il vero dal falso nella loro propaganda. Dalla bugia delle “armi di distruzione di massa” che – mai trovate – scatenarono la devastante guerra e invasione dell’Iraq nel 2003, al mezzo miliardo di dollari (veri) che – secondo quanto riportato dal britannico Independent 1– gli USA hanno speso per fabbricare falsi video di al Qaeda… l’elenco è molto lungo.

Resta vero – benché ancora da definire – l’altissimo numero di vittime provocate da al Baghdadi e dalla sua accolita di fanatici e delinquenti. Una prece è dovuta per quanti hanno sofferto e sono morti – in maggior parte musulmani, ma anche cristiani – per mano degli sgherri del sedicente califfo. La loro organizzazione, d’altro canto, per troppo tempo ha avuto modo di agire pressoché indisturbata su larga parte del territorio siriano, anche con forniture di armi assicurate loro “per errore” dagli americani.

Fra le armi in loro possesso molte sono state introdotte nel teatro di guerra siriano – in modo del tutto illegale – dagli USA e dai loro alleati sauditi.

Infine, una preghiera va elevata al Creatore affinché inganno e propaganda non siano più strumento di deviazione per quanti – in special modo fra i giovani musulmani – si lasciano irretire da proclami di persone ignoranti e malvagie, che stravolgono gli insegnamenti islamici, li contraddicono e ne abusano per seminare odio e violenza. Proprio come fanno alcuni politici che, in nome della pace e democrazia, esportano guerre, incitano all’intolleranza, promuovono il disprezzo e l’avversione.

 

Nessun commento

Lascia un commento sull'articolo