Abdelkader Ibn Muhiedin al-Juzairi (Abdelkader, figlio di Muhiedin, l’Algerino, 1808-1883, detto L’Emiro Abdelkader, considerato il fondatore della nazione algerina, fu uno degli uomini più importanti nella storia del mondo islamico e sicuramente uno dei migliori per pietà e rettitudine .
Nacque da una famiglia di Sapienti e di mistici di discendenza nobile sia da parte di madre che di padre. Fu educato nella religione islamica sin dalla più tenera età, conosceva in modo eccellente la cultura occidentale tanto da diventare un ponte tra le due culture. Sufi, sapiente, guerriero umanista, protettore del suo popolo contro la barbarie occidentale, protettore dei cristiani contro la barbarie dei fanatici, fu rispettato ed onorato anche da nemico e fu così coraggioso che lo stato algerino insistette perché le sue ossa fossero riportate in patria dalla sua amata Damasco.
Fu così nobile, che i francesi gli conferirono la Gran Croce della Legion d’Onore, dopo averlo aspramente combattuto anche slealmente e onorevolmente sconfitto. Amava l’istruzione, ammirava i filosofi greci, discuteva tranquillamente di qualsiasi argomento filosofico da Platone ad Ibn Arabi con disinvoltura, dimostrando una immensa sapienza. Vietò ai suoi combattenti di distruggere libri, di far del male ai civili e ingiunse loro di rispettare le legge del jihad del Profeta (pbsl) durante il combattimento e nel trattamento dei prigionieri ,a cui si attenne scrupolosamente per tutta la durata di esso.
Contrattaccò ferocemente l’occupazione francese della sua terra sin dal 1930 ma solo perchè il paese venne invaso e vennero commesse delle atrocità dall’occupante. Non era un estremista perché, nel suo carcere al Chateau d’Amboise, parlò di cristiani e musulmani come fratelli. Fu sostenuto da Victor Hugo e da Lord Londonderry e si conquistò il rispetto di Luigi Napoleone Bonaparte (poi Napoleone III) e lo stato francese gli corrispose una pensione di 100.000 franchi. perché aveva messo pace tra cristiani e musulmani in Siria
Quando i francesi invasero l’Algeria, Abdelkader si imbarcò in una riuscita guerriglia contro uno degli eserciti meglio equipaggiati del mondo occidentale sferrando rapidi attacchi dalle montagne e vinse. Fondò il suo stato nell’Algeria occidentale. Musulmano ma impiegante consiglieri cristiani ed ebrei come da sempre nel mondo islamico, creò i ministeri difesa, istruzione, ecc. Aveva persino una propria moneta, il “muhamediya”.e questo Stato durò alcuni anni Tuttavia non riuscì a mettere d’accordo le tribù e a renderlo piò forte.
Fece la pace con i francesi, una tregua che i francesi ruppero invadendo di nuovo il suo paese e strutturando battaglioni antiguerriglia contro i mijaheddin. Nonostante gli atti di crudeltà compiuti dal nemico Abdelkader chiese un prete perché svolgesse le funzioni per i suoi prigionieri francesi, persino restituendo loro la libertà quando non ebbe cibo per loro. I francesi saccheggiarono le città algerine che conquistarono, terrorizzando la popolazione per sopprimere la resistenza di Abdelkader.
Quando alla fine nel 1857 tradito sia dalle tribù algerine che dal Sultano del Marocco fu sconfitto, si arrese onorevolmente, consegnando il suo cavallo come un guerriero, dietro promessa di esilio ad Alessandria o ad Accra. Di nuovo i francesi lo tradirono, mandandolo in carcere a Tolone e poi nell’interno della Francia.
Tuttavia nel suo esilio francese egli predicò la pace e la fratellanza parlò della saggezza di Platone e Socrate, Aristotele e Tolomeo e Averroè e in seguito scrisse un libro ‘Appello all’intelligenza’, sulla necessità del dialogo e un altro libro importante Il libro delle Soste in cui parlva del cammino spirituale che conduce l’essere umano grazie ad un lungo allenamento all’amore per Dio.
Ma il suo coraggio e la sua lungimiranza politica furono dimostrati di nuovo a Damasco nel 1860, dove viveva da esule ricevendo grandi mistici e grandi intellettuali dei suo tempo. La guerra civile tra cristiani e drusi in Libano era giunta a Damasco dove la popolazione cristiana si trovò circondata dai drusi che arrivarono con una crudeltà simile a quella dell’ISIS, brandendo spade e coltelli per sgozzare gli avversari.
Abdelkader inviò le sue guardie mussulmane algerine, la sua milizia personale, a farsi strada con la forza attraverso la folla e a scortare più di 10.000 cristiani nella sua proprietà per difenderli fisicamente dai nemici.
E quando le folle con i coltelli arrivarono alla sua porta egli le accolse con un discorso che è tuttora recitato in Medio Oriente dicendo tra l’altro alla folla: “Voi, creature patetiche!, è questo il modo in cui onorate il Profeta? Dio vi punisca! Vergogna su di voi, vergogna! Verrrà il giorno in cui pagherete per questo … Non consegnerò nemmeno un solo cristiano. Sono miei fratelli. Andatevene o scatenerò le mie guardie contro di voi.”
Gli storici mussulmani affermano che Abdelkader salvò 15.000 cristiani dalle mani dei loro carnefici Successivamente fu invitato a Parigi dove incontrò De Lesseps. Si considerava, , un uomo del rinascimento islamico, un esempio piuttosto che un santo, un filosofo piuttosto che una guida spirituale tanto che il titolo di Emiro che gli fu riconosciuto dagli algerini non sentiva di meritarlo.
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