Un gruppo di giovani musulmani ha dato vita ad un progetto chiamato Islam360, per dare il segno di un’azione che si rivolge a tutti quelli che hanno bisogno, senza distinzione alcuna. Sabato 7 dicembre hanno fatto la prima uscita in camper per assistere i senzatetto nelle zone di Lambrate e Stazione Centrale a Milano distribuendo coperte, vestiti e cibo.
Si muovono nella notte di quella Milano reietta che si accampa in qualche modo sopra una grata da cui esce aria calda, sotto un portico, in uno scatolone di cartone. Vanno a cercare l’umanità che ha il volto e le vesti dei clochard, dei profughi, dei viaggiatori senza mezzi che spesso non hanno neppure una meta certa.
Sono un gruppo di giovani musulmani che ha dato vita ad un progetto che hanno voluto chiamare Islam360, per dare il segno di un’azione che si rivolge a tutti quelli che hanno bisogno, senza distinzione alcuna.
“Sabato scorso abbiamo cominciato – ci racconta Usama, il più noto del gruppo, imam, conferenziere, impegnato in cento attività religiose e culturali e ora anche in questa, umanitaria- Eravamo in 18 e abbiamo battuto due zone; partendo da Lambrate e chiudendo in Centrale. Abbiamo distribuito coperte, intimo, maglioni, biscotti e una bevanda calda che una di noi preparava nel camper che ci scortava, una vera cucina da campo umanitaria!”
Continueranno per tutto l’inverno e già alla loro iniziativa si sono raccordate le associazioni islamiche di Lecco e Moschea Mariam di Cascina Gobba a Milano.
Quando abbiamo deciso quello che volevamo fare e messo insieme un piccolo gruppo, ogni singolo volontario si è dato da fare per raccogliere coperte, vestiti, scarpe, guanti e qualcuno ha fatto una piccola raccolta in denaro per poter fare la spesa– continua l’ispiratore di questo micro movimento solidale– Vogliamo assolvere alla nostra funzione di custodi del creato, seppur in minima parte, sperando che anche da questi gesti la gente cambi la sua opinione sull’islàm e i musulmani
É noto che Milano è la città che registra il maggior numero di senza tetto e clochard, diverse migliaia secondo dati recenti tratti da una ricerca realizzata degli studenti della Bocconi, alcune centinaia di loro (oltre 600) vivono per strada.
“Ci rendiamo conto che non abbiamo le forze di risolvere il problema – conclude Usama – ma è giusto che facciamo quello che possiamo fare, coerentemente con quanto ci insegnano il Corano e la predicazione del Profeta Muhammad (pbsl), che ebbe a dire: “ il migliore tra di voi è chi è più utile alla gente”.
Invero non erano tutti musulmani i volontari, la più anziana di loro la chiamano zia Anna ed è una valida ausiliaria del gruppo, impegnata anche in cammino spirituale che vuole verificare nel concreto aggregandosi al gruppo.
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