Un report dello scorso aprile del Pew Research Center ha mostrato che il 51% degli intervistati di 27 paesi con governi di ispirazione democratica non è soddisfatto dell’istituzione. L’Italia è tra i primi in classifica a livello globale con una percentuale del 70%. La sensazione è che la democrazia rappresentativa sia ormai un sistema vecchio, farraginoso, antiquato, lento nel dare risposte alle criticità di un mondo in evoluzione sempre più rapida ed in cui il cittadini non si fida più dei suoi rappresentanti e vorrebbe una forma diretta di democrazia ed una riconquista della propria sovranità per difendere la propria moneta ed il proprio territorio.
Anche per questo suo piegarsi alle elités del potere transnazionale e globalizzato, la democrazia non è più vista come una garanzia di buon governo dai popoli , ma come un meccanismo di selezione della classe dirigente, che spesso crea nepotismo e finisce per premiare incompetenti o corrotti. In modo molto simile alla democrazia censitaria ottocentesca e a differenza della democrazia fordista, la versione capitalista della democrazia liberale del XXI secolo, ha concentrato la ricchezza in un pugno di famiglie, creando un semiproletariato ed un sotto proletariato vastissimo composto da persone impegnante in lavori precari e sottopagati i cosiddetti workers poor o da disoccupati e marginali .
Ha espanso i diritti civili a favore delle classi abbienti e diminuito i diritti sociali della povera gente, creando i presupposti per movimenti potenzialmente eversivi e per rivolte sociali. Per difendersi dalle rivolte degli oppressi ha costruito un potentissimo sistema di creazione di un consenso fittizio ad un sistema dittatoriale che non ha bisogno di fascisti o di olio di ricino e che bastona con l’aumento del debito pubblico e dello spread ogni governo non allineato, un sistema capace di azzerare ogni diritto e garanzia come è accaduto ai paesi poveri e recentemente alla Grecia e che funziona ogni giorno negli Stati Uniti dove città intere sono diventate accampamenti di senza tetto e drogati all ultimo stadio e dove è impossibile trovare una casa se non a cifre folli.
In tutte le analisi sulla crisi della democrazia il sistema capitalista neoliberista non viene mai messo in discussione, quasi come se si trattasse dei dogmi di una nuova religione. È in questo cortocircuito percettivo che affonda le basi la crisi sociale e politica che stiamo vivendo negli ultimi anni. Una crisi da cui non si esce se non globalmente uscendo dal neoliberismo e dal capitalismo stesso che ormai minaccia la sopravvivenza della vita sulla Terra.
Ma la sinistra fucsia favorevole all’utero in affitto ed alla legalizzazione della prostituzione esattamente come la peggiore destra neoliberista ha scoperto che per contrapporsi alla “barbarie” trionfante non bisogna chiedere diritti per i lavoratori, non bisogna sostenere gli operai delle fabbriche che vengono chiuse ad una ad una, non bisogna sostenere l’agricoltura e la pesca italiane e magari aprirsi mercati fino all’ Estremo Oriente No. Basta fare una gigantesca battaglia ideologica contro un mulino a vento rappresentato da qualche migliaio o meglio centinaio di ‘’fascisti’’ e contro una manciata di vecchi che ancora hanno il busto di Mussolini in casa o qualche professore che straparla da qualche cattedra.
Per carità nessuno nega che sentire certi antisemiti straparlare sia un vero e proprio colpo al cuore peggio ancora chi se ne esce con frasi di odio contro neri, donne o musulmani. Dirò di più Chi vuole veramente onorare i Fratelli Cervi dovrebbe avere a cuore innanzitutto i diritti di quella classe operaia e contadina oggi completamente abbandonata da qualsiasi sinistra destra o centro tranne rare eccezioni .Chi vuole veramente onorare i Fratelli Cervi dovrebbe difendere la vita e la famiglia degli italiani (e non solo) in nome di quella vita che loro hanno dato per difendere la nostra libertà.
Chi vuole onorare i Fratelli Cervi dovrebbe applicare quella Costituzione che ormai è solo un paravento per il circo Barnum politically correct (e quindi senza animali pelosi perché già c’è un altro tipo di animali ) della politica ufficiale: i buffoni. Oggi nemmeno più Forza Nuova e Casapound si definiscono fascisti perché il fascismo del bastone e dell’olio di ricino è morto, non serve più e non sarebbe più accettato da un popolo individualista e tendenzialmente anarchico come quello italiano.
I punti principali del programma di Forza Nuova –a parte quello sull’ immigrazione -includono per esempio lo sradicamento dell’usura l’azzeramento del debito pubblico e l’uscita dalla moneta unica e dall’UE nonché dalla Nato, la difesa della famiglia tutti punti programmatici dove non esiste nulla di riconducibile al fascismo mussoliniano ma addirittura uguali a quelli dei sovranisti di sinistra.
Punti programmatici ampiamente condivisi dagli italiani nessuno dei quali vuole tornare a Mussolini. Casapound dopo aver detto che la nazione italiana “Deve tornare ad essere una unità spirituale, politica ed economica, che si realizza integralmente nello Stato, in cui individui e gruppi, aziende e lavoratori siano uniti per realizzare l’interesse collettivo’’ afferma che per fare tutto questo oltre che formare uno Stato etico occorre…applicare la Costituzione repubblicana in versione corporativa.
In realtà si tratta di tigri di carta che non dovrebbero preoccupare nessuno con parole d’ordine alcune condivisibili altre non condivisibili ( pura demagogia sull’immigrazione) e che comunque non possono tener occupati 50 milioni di italiani. L’estrema destra degli anni 70 era molto più legata al neofascismo storico e molto più pericolosa: sparava, questi sono dei ragazzotti di periferia, come del resto anche i loro avversari dei centri sociali che non trovano altro da fare che picchiarsi tra loro. Gente che non resisterebbe 24 ore in un campo di battaglia vero, ragazzi che giocano a fare i truci e che si smonterebbe se si spegnesse l’attenzione mediatica su di loro, che ne alimenta il disagio e se non fossero continuamente additati come fascisti.
Lo stesso vale per il loro accannati omologhi di sinistra fucsia rinchiusi dentro le okkupazioni. La fine della sinistra dopo la morte di Berlinguer già si sentiva quando Gigi Proietti declamava la parabola discendente delle vere idee partigiane nel monologo “Mio padre morto a 18 anni partigiano” in cui c’è tutta la desolazione di un Sol dell’Avvenire mai raggiunto.
Il problema è questo: una sinistra classe dirigente passata armi e bagagli al nemico che si copre con l’antifascismo per non essere smascherata e che sostiene la dittatura dello spread e del pensiero unico neoliberista
Chi non vuole Salvini dovrebbe dire cosa vuole oltre al neoliberismo in salsa fucsia, dovrebbe avere idee e proposte sostenere una idea di riforma keynesiana ed invece nulla Il “fascistometro” proposto da Michela Murgia su La Repubblica è il manifesto del pensiero unico neoliberista e definisce i target contro cui scatenare odio. Infatti la definizione di fascista secondo la Murgia non è quella del seguace di Mussolini ma è quella del “sovranista” o “antiliberista.
Se difendi la vita, critichi il femminismo estremista se non sei proLGBTQI, se non sei più liberista di Calenda, se non ti piacciono UE e NATO, se difendi la sovranità nazionale e la tradizione, se avversi ateismo e blasfemia, se denunci lo sfruttamento dei migranti, se non vuoi il gender a scuola, se sei stufo degli spacciatori e criminali a prescindere da dove sono nati e vuoi sicurezza, se non sei della loro parrocchia politica, se parli di spiritualità, se hai un etica forte, se denunci le guerre per il petrolio il traffico di armi e la tratta, se sei pro-palestinese e antimperialista davvero, se appoggi il multipolarismo, se non hai doppi standard per i diritti umani se pensi diversamente dalla massa, sei il target per la loro caccia alle streghe.
L’antifascismo è solo un pretesto il vero obbiettivo è assicurare il servilismo dell‘Italia verso le elites finanziarie transnazionali che già ci ricattano con lo spread mentre le fabbriche chiudono ed i giovani se ne vanno. Tradiscono la patria e sviliscono la Costituzione, buffoni almeno quanto i loro avversari politici.
Un paese venduto al miglior offerente in nome dell’antifascismo. Poveri partigiani, se potessero uscire dalle tombe combatterebbero i nuovi fascisti che ti fregano con la democrazia.
Nessun commento