In un colloquio con un inviato del Corriere il premier libico Al Sarraj ha risposto in modo modo chiaro alle critiche che gli sono state rivolte per aver siglato con il presidente turco Erdogan un memorandum che in sostanza prevede la costituzione di “aree di giurisdizione marittima” e la cooperazione in ambito militare e di intelligenece. Al Sarraj ha detto: «Cosa vi aspettate voi italiani? Che noi a Tripoli si stia passivi a guardare mentre l’aggressore distrugge la nostra capitale, uccide civili, bombarda le nostre case?»
In esso è prevista una “zona economica speciale” che va dalle città di Derna e Barnia fino ad una linea che corre lungo 34 chilometri a circa 80 chilometri a sud est dell’isola di Creta. L’istituzione di questo nuovo confine– possibile secondo quanto prevede il diritto marittimo internazionale – ridisegna i confini marittimi tra i due Paesi e prevede collaborazioni nello sfruttamento delle risorse marittime, escluse quelle energetiche.
Dopo l’accordo sul mare, truppe turche in Libia? In mezzo Cipro, il gas e l’ENI
In merito alle ricadute militari di tale accordo Al Sarraj ha detto: «Cosa vi aspettate voi italiani? Che noi a Tripoli si stia passivi a guardare mentre l’aggressore distrugge la nostra capitale, uccide civili, bombarda le nostre case?»
Dalla sciagurata aggressione voluta da Sarkozy contro la Libia, allora governata da Muhammar Ghaddafi, il Paese nordafricano è diventato terra di scorribande sanguinose di signori della guerra e milizie.
La recente offensiva del generale Haftar, che gode del supporto politico dell’Egitto di Al Sisi e di quello economico di Arabia Saudita ed Emirati ha fatto sì che Al Sarraj, rompesse gli indugi e cercasse supporto militare e strategico per mantenere la sovranità del suo governo che, ricordiamolo è riconosciuto dalla “comunità internazionale”.
In questo scenario tragico, ogni giorno ci sono bombardamenti della Tripolitania e combattimenti con molte vittime anche tra i civili, si delinea ambigua la posizione della Russia.
Se da una parte sarebbe considerata in quota Haftar e in questo senso andrebbe compresa la presenza tra le sue truppe di 800 uomini del Gruppo Wagner, dall’altro lascia che Ramzan Kadirov, il presidente ceceno fedelissimo di Putino offra il suo supporto a Tripoli.
Gli uomini del Gruppo Wagner sono mercenari privati capitanati da Dmitriy Utkin, un ex colonello degli Spetsnaz, le truppe speciali russe, già impegati nel Donbass, e in Siria.
Contractors insomma come quelli della Blackwater, ora Academy, che gli USA utilizzarono per i lavori più sporchi in Iraq e in Afghanistan.
Quanto all’uomo forte della cecenia Ramzan Kadyrov c’è stato un colloquio telefonico tra lui e il premier di Tripoli e sulla “la possibilità di trasferire esperienze nella soluzione dei conflitti e nella lotta al terrorismo”. Lo ha reso noto Lev Dengov, capo del gruppo di contatto russo per la soluzione del conflitto libico.
Va da se che il padrone della Cecenia non farebbe nulla senza il tacito assenso di Putin che in tal modo si aspetta di essere vincitore qualunque sarà l’epilogo dell’attuale vicenda libica.
Spicca invece l’inconsistenza politica e diplomatica italiana che nonostante la recente visita di Di Maio a Tripoli e Tobruk dove avrebbe incontrato i contendenti è tornato con la convinzione che “L’Italia “…ha perso terreno in Libia, non possiamo negarlo” e con la volontà di nominare “…un inviato speciale per la Libia che risponderà direttamente alla Farnesina, per poter avere un rapporto politico di alto livello e continuo con tutte le parti libiche».
Una totale inconcludenza a fronte di quanto sta accedendo sul terreno, al punto che ieri Giuseppe Conte ha ritenuto necessario parlare telefonicamente con Erdogan. Al centro del colloquio, che è stato definito “lungo e articolato”, proprio la crisi del Paese africano.
In mattinata il presidente turco aveva attaccato tutti i Paesi che in qualche modo sostengono Haftar e tra loro ha detto Erdogan “perfino l’Italia” annunciando che il suo governo “ non resterà in silenzio davanti ai “mercenari” russi che stanno agendo letteralmente come mercenari di Haftar, e sapete chi li sta pagando”. In una altra dichiarazione Erdogan ha aggiunto che “ La Turchia può elevare il proprio sostegno militare navale, aereo e terrestre al governo legittimo libico se richiesto”
Ad aggravare le tensione la notizia del sequestro di un cargo con equipaggio turco da parte della marina di di Khalifa Haftar
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