Tariq Ramadan: da 2 anni bloccato in Francia e isolato dalla mia famiglia, il processo non è nemmeno iniziato

È un grido di dolore, una sintetica denuncia contro la persecuzione che sta subendo, quella che Tariq Ramadan ha affidato al suo profilo Twitter: “Mi proibiscono di viaggiare, mi proibiscono di lavorare, di farmi visitare dai miei medici, di vedere mia madre anziana e malata, di visitare mio suocero in ospedale, di vedere i miei figli e i miei nipoti, i miei fratelli e mia sorella…

Non sono fuggito e non ha violato nessuno degli obblighi. Ho rispettato alla lettera ogni norma della libertà vigilata. Ho perfino consegnato un secondo passaporto Svizzera di cui i giudici non sapevano niente.

I giudici che ho visto solo per un’ora e mezza da quando 14 mesi orsono sono uscito dalla prigione si ostinano e fanno finta di credere (o di far credere) che il caso è ancora credibile. Fino a quando?”

Inquisito per violenza carnale in conseguenza alle denunce di tre donne e incarcerato nel gennaio del 2018, Tariq Ramadan è sostanzialmente sequestrato dalla magistratura francese che, dopo averlo tenuto per 9 mesi in isolamento nonostante le sue condizioni di salute, lo costringe ora a rimanere in Francia con obbligo settimanale di firma.

Abbiamo sentito Tariq Ramadan che ci ha detto: “È un affare politico mascherato da procedimenti legali. I giudici inquirenti usano tutti i mezzi per prolungare le indagini che hanno già dimostrato la mia innocenza.”

Per Julian Assange e Tariq Ramadan accuse di stupro fabbricate per farli fuori a costo zero

 

Nel frattempo tutte le accuse hanno sostanzialmente perso ogni credibilità e sono emerse gravissime compromissioni tra due delle querelanti e ambienti islamofobi che da anni cercavano di criminalizzare l’attività del professor Ramadan, oltre a complicità inquietanti con altissimi livelli dello Stato francese e la politica, fino al ex presidente Nicolas Sarkozy che avrebbe garantito supporto anche economico all’azione legale.

In merito ai tempi della procedura penale il prof. Ramadan ci ha dichiarato:Purtroppo la procedura penale francese non stabilisce tempi certi. Normalmente l’inchiesta non può durare più di due anni ma i giudici possono chiederne il proseguimento e non ci sono limiti di tempo”.

Si tratta a questo punto del proseguimento di una vera e propria persecuzione politica, perpetrata ai danni di Tariq Ramadan con il concorso della magistratura.

In Italia in un caso della fattispecie, l’art. 303 del Codice di Procedura penale stabilisce che” La custodia cautelare perde efficacia quando dall’inizio della sua esecuzione sono decorsi ….sei mesi, quando si procede per un delitto per il quale la legge stabilisce la pena della reclusione superiore nel massimo a sei anni”

Ramadan, lo ricordiamo, fu arrestato nel gennaio 2018, liberato su cauzione con obbligo di dimora e firma nel novembre dello stesso anno e ora già sono trascorsi 14 mesi senza che il processo sia stato fissato.

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