Lunedì 13 gennaio, secondo fonti di Tripoli, il premier libico Fayez al Sarraj volerà a Mosca dove firmerà con il generale nemico Haftar una tregua, Putin ed Erdogan sono gli artefici e i garanti dell’accordo, primo passo verso una soluzione negoziata del conflitto libico.
Oggi, domenica 12 gennaio, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha ricevuto ad Istanbul il capo del governo libico Sarraj, l’incontro a porte chiuse tra Erdogan e Sarraj è durato 3 ore.
Nel frattempo il generale Haftar incontrava il presidente Russo Vladimir Putin a Mosca.
La Russia insime ad Egitto, Francia ed Emirati Arabi sostiene, anche attraverso i mercenari del Wagner Group, le forze di Haftar nella loro avanzata mentre la Turchia, dopo la firma dell’accordo di cooperazione siglato a novembre, è scesa in campo anche militarmente a sostegno del Governo di Accordo Nazionale riconosciuto dalle Nazioni Unite. Tripoli si sta difendendo da un violento assedio che è culminato nella strage alla residenza delle reclute della scuola militare del 4 gennaio.
Sia Mosca che Ankara si stanno imponendo come potenze in grado di dare una soluzione negoziata al conflitto libico, risvolto reso possibile appunto grazie al recente intervento turco che ha parzialmente riequilibrato la situazione a favore di Tripoli. Mercoledì 8 gennaio, nell’ambito dell’inaugurazione del gasdotto South Stream, Erdogan e Putin hanno concordato un appello al cessate il fuoco delle due parti in conflitto a partire dal 12 gennaio, cessate il fuoco che entrambi i contendenti, nonostante la riluttanza di Haftar, hanno finito per accettare.
Ora fonti di Tripoli assicurano che domani lunedì 13 gennaio, il premier Sarraj volerà a Mosca per firmare sotto l’egida di Putin una tregua con Haftar che sembra qualcosa di più di un cessate il fuoco. Per ora non si conoscono i punti di questo accordo, ma sembrerebbe che impegnerà Haftar al ritiro delle sue truppe di alcuni chilometri rispetto all’attuale linea del fronte.
Sembra anche che Sarraj dovrà affrontare il malcontento delle milizie di fronte alla firma dell’accordo in quanto attualmente Haftar controlla l’80% del territorio libico e la tregua andrà a fotografare la situazione odierna e a riflettersi sul futuro delle trattative. I combattenti che fino ad ora hanno difeso la capitale libica speravano di poter ribaltare la situazione sul campo grazie all’arrivo dei turchi. L’opinione pubblica a Tripoli inoltre ha pagato un prezzo molto alto in termini di vite umane per l’offensiva di Haftar.
Haftar invece asseconda Putin nella sua richiesta di dar seguito all’accordo fatto con Erdogan, ma subisce le forti pressioni degli Emirati che vorrebbero continuare la guerra a tutti i costi nonostante l’intevento militare di Ankara.
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