Sta destando scalpore in questi giorni la notizia che nel comune di Magenta, in provincia di Milano, secondo cui i musulmani hanno deciso di fare politica in prima persona e di presentare una lista civica dal nome Nuova Italia alle prossime elezioni amministrative del 2022. Abbiamo contattato Munib Ashfaq, il portavoce di questo progetto.
Salam aleykum Munib, tu sei musulmano ma sei anche italiano, raccontaci chi sei, chi siete e cosa volete. Volete imporre la sharia a Magenta?
Wa aleykum salam, vi ringrazio per l’attenzione e per il tono ironico sulla questione della sharia. Io sono un cittadino italiano di origini pakistane, ho 33 anni e sono in Italia da circa 20 anni, sono sposato e ho tre figli. La comunità islamica di Magenta è composta da circa 1500 persone residenti, su una popolazione di 24mila abitanti, e tra questi 1500 circa 500 sono i cittadini italiani musulmani. Noi vogliamo semplicemente esercitare i nostri diritti politici, oltre a rivendicare il nostro diritto al culto che in Italia è garantito solo sulla carta ed a noi è per lo più negato. Come gli altri italiani vogliamo prenderci cura della nostra società, ma abbiamo anche delle specifiche esigenze che si è rivelato inutile delegare alle formazioni politiche esistenti.
C’è un braccio di ferro in corso tra l’attuale amministrazione comunale a guida leghista e la vostra comunità, sulla questione moschea e sulla pratica collettiva del vostro diritto al culto. Perché la scelta di una nuova lista e non di un impegno con le forze politiche attualmente all’opposizione?
Con gli esponenti del centro-sinistra ho un ottimo rapporto, e sicuramente loro non farebbero mai della discriminazione nei confronti dei musulmani un motivo di vanto. Detto ciò, negli anni abbiamo constatato che alla fine è la convenienza politica che conta e che trattare i musulmani veramente alla pari con gli altri cittadini risulta essere politicamente sconveniente.
E quindi avete deciso di fare un Partito Islamico
Niente affatto, noi pensiamo alle elezioni amministrative e ad una lista civica, non ad un partito. Ed abbiamo da subito dichiarato che i nostri candidati non dovranno per forza essere musulmani. Vista la storia e le motivazioni per le quali nasciamo, e vista la legge elettorale delle elezioni comunali, pensiamo sia giusto che il nostro candidato a sindaco sia musulmano. Ma la lista non sarà confessionale
Quanto conta l’aspetto religioso nel vostro progetto?
Conta molto, per noi musulmani, perché per le persone religiose questa è una dimensione importante. Ma crediamo di poter portare alla politica cittadina un contributo nuovo e di utilità collettiva
Per esempio?
Noi abbiamo una sensibilità particolare perché vittime di discriminazione in materia di diritto al culto, un diritto fondamentale delle persone e delle comunità. Viviamo in una regione (la Lombardia, ndr) che ha da poco avuto sentenze contro la sua cosiddetta legge anti-moschee, una legge che per limitare noi musulmani finisce per limitare anche la libertà di altre confessioni minoritarie. Il grande assente in questa vicenda è stato la comunità islamica che non si è battuta in prima persona per questo diritto di tutti. Quindi noi non scendiamo in politica per fare una moschea a Magenta ma anche per garantire un diritto di tutti, quindi il nostro e quello di altre confessioni come quella cristiano-evangelica che ha i nostri stessi problemi.
Ma vogliamo ovviamente occuparci di tutto ciò che serve alla città, possono farlo gli altri possiamo farlo anche noi musulmani.
Quindi vi alleerete con le altre confessioni minoritarie?
Come già detto, noi vogliamo occuparci di tutto. Quello del diritto al culto è un aspetto importante ed è importante che qualcuno se ne faccia esplicitamente carico. Ma una città ha bisogno di tante cose che non presuppongono affatto un’impostazione religiosa. Di certo noi guardiamo alle forze cittadine che come noi sentono che la delega ai partiti esistenti non sia la scelta migliore.
Ci sono altre realtà come voi?
Nei comuni limitrofi ci sono realtà sociali simili alla nostra, e cercheremo sicuramente di fare rete con le altre comunità islamiche.
Da voi si vota nel 2022, in città importanti come Roma, Napoli e Milano si vota un anno prima. Pensate di poter essere un esempio per i musulmani di queste ed altre grandi città?
I numeri influenzano le scelte e le strategie, quindi i percorsi. Ma certamente pensiamo che sia il momento per i musulmani di giocare un ruolo non subordinato nella politica italiana. E soprattutto senza personalismi e senza pensare che la nostra comunità religiosa sia solo un serbatoio di voti.
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