C’è l’Algeria nel progetto emiratino di destabilizzazione del mondo arabo-islamico?
Il fatto che suggerisce questo interrogativo è l’annuncio che si stava svolgendo in Mauritania una visita “non ufficiale” di una delegazione di alti ufficiali degli Emirati Arabi Uniti. La fonte, istituzionale, ha precisato che lo scopo di tale missione era il progetto di un aeroporto militare nel Nord del Paese.
La zona prescelta è altamente strategica trovandosi nel triangolo mauritano che confina con l’Algeria e il Mali e molti osservatori ritengono possa denunciare un’attitudine ostile nei confronti di Algeri, che da parte sua non ha nascosto il suo disappunto.
L’ex presidente tunisino Moncef Marzouki si era espresso in merito, denuciando mire, che aveva definito “controrivoluzionarie”, portate avanti da Emirati, Arabia Saudita ed Egitto, che avevano come obiettivo l’Algeria, la Libia, il Marocco e la Tunisia.
Marzouki aveva definito questi attori come facenti parte dell’ “asse del male arabo” che vuole soffocare ogni tentativo di instaurare democrazie reali nei Paesi del maghreb.
L’ostilità emiratina nei confronti dell’Algeria risale al 2017 quando il governo di quel Paese rifiutò di accodarsi all’embargo nei confronti del Qatar. Algeri si chiamò fuori e sollecitò una soluzione politica attraverso gli strumenti della cooperazione e del dialogo diplomatico.
Questa demarche fu positivamente accolta dall’allora ministro degli esteri qatarino Sultan bin Saad al-Muraikhche che la definì “onorevole”.
Anche rispetto alla crisi libica l’Algeria dispiace ai sodali di Haftar, sostenendo il governo dell’Unione nazionale libica (GNA) presieduto da Serraj.
Secondo diverse fonti, gli Emirati Arabi Uniti hanno sempre voluto arrivare fino alle forze armate algerine (ANP). Di recente hanno provato a far parte di un progetto di collaborazione tra l’ANP e il gruppo tedesco “Mercedès Benz”, sulla produzione di veicoli militari blindati.
Il gruppo di Abu Dhabi Tawazun è stato in grado di raggiungere un accordo, al di sopra di quello firmato da Algeria e Germania, per sostenere l’industria meccanica, all’interno del Ministero della Difesa algerino destando le proteste di Algeri che lo ha considerato un’indebita ingerenza nella scelte strategiche della ANP di concerto con l’industria militare tedesca.
Dal canto suo la Mauritania si è lasciata coinvolgere nella guerra condotta da Riyadh e Abu Dhabi nello Yemen. La sua difficile situazione economica ha aperto la strada anche agli investimenti emiratini che vogliono consolidare la loro presenza geostrategica nel Paese. Gli EAU controllano gli unici due porti di una qualche importanza della Mauritania, quelli di Nouajchott e Nouadhibou.
La presenza EAU viene segnalata nel progetto di sviluppo del porto di “Ingago“, tra le coste senegalesi-mauritane, situato in una zona vicino ai pozzi petroliferi, e anche in questo caso non è stata apprezzata. dai senegalesi e dai… francesi.
Il governo mauritano avrebbe inoltre offerto agli EAU vaste concessioni di terreni agricoli sulla costa del settentrionale del fiume Senegal suscitando vive proteste della comunità locale che si è vista espropriata e cacciata dal suo territorio a beneficio di investitori stranieri.
In ultimo, osservatori locali denunciano che la presenza emiratina avrebbe investito perfino i media locali.
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