L’altro ieri Raed Salah, leader indiscusso del movimento islamico degli arabi israeliani è stato condannato ad una pena detentiva di 28 mesi per incitamento al terrorismo.
Poiché la sentenza, ha vietati allo shaykh Salah di rivolgersi al pubblico, il suo avvocato Omar è Khamaysi è stato costretto a leggere la sua dichiarazione ai suoi sostenitori riuniti davanti al tribunale israeliano di Haifa.
Il documento di Salah
Salah ha scritto: “La pena detentiva non mi spaventa affatto … l’oppressione israeliana perseguita me e il popolo palestinese.
Ho ribadito i miei principi davanti alla corte israeliana che sono islamici, arabi e palestinesi”.
E ha aggiunto: “Esiste una vittoria migliore che attenersi al Sacro Corano, alla Sunnah del Profeta, ai principi palestinesi, alla lingua araba, alla cultura palestinese, a Gerusalemme e alla moschea di Al Aqsa?”
Shaykh Salah ha ribadito: “La sentenza contro di me rivela il vero volto della magistratura israeliana. Quando la magistratura conculca la giustizia, è una vittoria per l’oppressione, il razzismo, la persecuzione, la discriminazione politica, la criminalizzazione della libertà di parola e la rinascita dell’Inquisizione”.
“Ho deciso di non fare appello contro la sentenza -conclude il documento- nonostante sia ingiusta e dura perché la mia unica preoccupazione è essere credibile davanti a Dio e alla Storia. Questa è una vittoria per tutti noi perché il mio caso diventerà una testimonianza contro l’oppressione israeliana ”.
Le ingiustizie pagate per il sostegno alla resistenza palestinese
Raed Salah è stato arrestato più volte e condannato per la sua attività di sostegno alla resistenza palestinese:
⁃ nel 2003 e poi rilasciato due anni dopo con il divieto di lasciare Israele;
⁃ nel 2011 fu fermato in UK dove si era recato su invito di Jeremy Corbin ed altri parlamentari laburisti. Trattenuto in detenzione per un mese fu rilasciato e qualche mese dopo la corte britannica investita del suo caso sentenziò che l’arresto era stato illegale e che Raed Salah aveva diritto ad un indennizzo per “ingiusta detenzione”.
Una voce scomoda contro il “deal” Trump
Espulso dal Regno Unito, Salah fece appello e il tribunale competente decretò che i motivi per espellerlo e negargli la libertà di parola in Gran Bretagna erano “troppo deboli e che non c’era motivo di credere che fosse un pericolo per la società britannica”;
⁃ nel 2013 è stato condannato a 8 mesi di reclusione per “ incitamento alla violenza”;
⁃ nell’aprile 2014 è stato condannato per aver tentato d’impedire alla polizia di perquisire sua moglie in un valico di frontiera tre anni prima;
⁃ nel 2017 Salah è stata arrestato e accusata di incitamento al terrore in relazione ad una sparatoria avvenuta sulla spianata di Al Aqsa
Questa ultima pesante condanna è, in tutta evidenza, finalizzata a far tacere una autorevole voce che si sarebbe levata contro il “deal” di Trump.
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