In un recente articolo pubblicato per WSJ, Colin Wright ed Emma Hilton elaborano una critica ad una tendenza che definiscono “pericolosa” consistente nell’espandere l’idea di fluidità di genere per tentare di rendere “fluido” anche il concetto del sesso biologico.
I due autori affermano che “l’ideologia transgender danneggia donne, gay e soprattutto maschi effemminati e donne mascoline” facendo riferimento a quello che definiscono come un esempio di come questa ideologia e le contraddizioni che la caratterizzano possano portare a risultati ridicoli.
In particolare Wright e Hilton citano il commento dell’Unione Americana per le Libertà Civili in merito alla tassa sui tamponi mestruali e simili prodotti. L’Unione afferma infatti che se da un lato essa ha l’intenzione di controbattere alla tassa in quanto sessista, dall’altro siccome non esiste in principio una distinzione fra uomo e donna la tassa in sé non sarebbe sessista.
La critica di Wright e Hilton è evidente: vi è una confusione fra l’idea di per sé criticabile di genere e quella di sesso che come fatto biologico è indipendente dalle percezioni e dalle pulsioni arbitrarie e soggettive dell’individuo.
La perdita di legittimità della causa transgender
Il motivo per cui associazioni come l’Unione americana per le Libertà Civili vogliano comunque insistere su questa posizione è altrettanto chiara: affermare che l’idea di genere sia totalmente basata su un fatto psicologico e soggettivo e ben distinto dal fatto reale ed oggettivo del sesso biologico porterebbe ad una perdita di legittimità della causa transgender, rischiando di ridurla a mera illusione soggettiva.
Il caso citato da Wright e Hilton non è l’unico. Nel mese di ottobre dell’anno scorso David Mackereth, un medico statale con 30 anni di esperienza alle spalle, è stato licenziato per non aver usato il pronome femminile nel riferirsi ad un uomo alto 1 metro e 80 e con barba. Non è bastato neanche il fatto che il dottore si sia difeso affermando che secondo lui il genere è determinato dalla biologia e dalla genetica.
In un’intervista per Fox News Mackereth ha affermato che “nessun medico, o ricercatore, o filosofo, può dimostrare che una persona possa cambiare sesso. Senza integrità intellettuale e morale, la medicina non può funzionare e i miei 30 anni come medico sono ora considerati irrilevanti di fronte al rischio che qualcun altro possa essere offeso.”
Il pericolo di casi come questo è che un fatto scientifico viene forzatamente messo in secondo piano rispetto ad un’agenda politica ascientifica con l’ulteriore rischio di danneggiare altri pazienti o di confondere valutazioni mediche pur di preservare la forma distorta del politicamente corretto promosso dai transgender.
L’ideologia trans definita come “malattia mentale”
E’ utile ricordare inoltre che è erroneo additare l’intera comunità LGBT quando si parla dell’ideologia trangender. Molte donne omosessuali hanno aspramente criticato questa ideologia definendola, nel caso di transgender biologicamente di sesso maschile, come una pericolosa invasione patriarcale dello spazio delle donne sotto la veste dell’inclusione. Altri hanno semplicemente criticato le fondamenta stesse dell’ideologia trans arrivando a definirla in alcuni dibattiti più aspri come “malattia mentale”. Tale è stato il caso dell’omosessuale Cynthia Yockey durante un dibattito online in cui ha affermato che il transessuale con cui stava interloquendo “non è una donna scientificamente né biologicamente. E’ una donna solo sulla base della sua malattia mentale “
Cos’è e come nasce il concetto di genere: un’invenzione del 900 carica di conseguenze
Di recente il professore ordinario di Oxford John Finnis ha rischiato di essere licenziato a causa della sua visione critica del movimento LGBT. Alcuni attivisti appartenenti al movimento hanno tentato di far licenziare il professore tramite una raccolta firme a causa di un articolo accademico scritto anni fa in cui elaborava una forte argomentazione di critica dell’omosessualità che il professore proponeva durante le sue lezioni come esercizio di argomentazione filosofica.
Il movimento, in barba alla libertà di espressione, si è mosso dopo aver constatato che le argomentazioni di Finnis mettevano in difficoltà altri studenti LGBT che non riuscivano a controbattere. Nonostante la forte differenza e specificità che come visto sopra contraddistingue omosessuali e transgender, l’attitudine generale del movimento LGBT alla chiusura e all’incapacità di dibattere e difendere la propria posizione è sfociata più e più volte in casi di violazione del diritto alla libertà di espressione.
Quest’attitudine è aspramente criticabile viste le ripercussioni che l’ideologia transgender sta avendo non solo a livello politico ma anche a livello scientifico. L’obiettivo ora sembra infatti andare oltre la già problematica istituzionalizzazione di una percezione soggettiva di sé, imposta legalmente alle masse tramite la promozione di proposte di legge atte a criminalizzare l’uso di pronomi coerenti con la biologia dell’individuo.
Adesso sembra che ci sia anche una pericolosa spinta che mira a soffocare la sensibilità degli individui non transgender ed il fatto oggettivo del sesso biologico imponendo l’accettazione di una pulsione soggettiva a livello istituzionale e con fare quasi totalitario.
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