Algeria, mentre il regime rifiuta di autorizzare un meeting dei quadri di Hirak in una sala pubblica, ieri il movimento non violento ha celebrato con immense manifestazioni in tutto il Paese l’inizio dell’anno secondo della protesta.
Oltre a chiedere la fine del potere militare che opprime il popolo algerino dal colpo di Stato del colonnello Boumedienne che spodestò Ahmed Ben Bella, il primo presidente dell’Algeria indipendente 55 anni fa, il movimento chiede una profonda riforma del Paese: un’efficace lotta alla corruzione e la liberazione dei prigionieri politici.
Insieme a cartelli che rappresentavano Karim Tabbou , uno dei principali esponenti di Hirak incarcerato dallo scorso novembre per “attentato al morale delle forze armate”, sono apparsi ritratti e striscioni che chiedevano la piena agibilità personale e politica di Ali Belhadj, già imam predicatore nella moschea As sunna di Bab El Oued (Algeri), fondatore con Abassi Madani del FIS, (Fronte Islamico di Salvezza) che nel 1991 vinse il primo turno delle elezioni politiche (elezioni poi invalidate da un putsch di generali e la conseguente guerra civile che proseguì fino al 2002 e fece 150 mila vittime)
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