480 miliardi di Pound egiziani, circa 21 miliardi di euro. E’ questo il costo complessivo valutato per la costruzione della nuova capitale egiziana, voluta dal dittatore egiziano Al-Sisi, per “rilanciare l’Egitto tra i grandi paesi dell’area”. Nel frattempo il paese versa in condizioni economiche disastrose e aumenta vertiginosamente l’indebitamento.
Una grande e imponente capitale, fatta di grattaceli e ville, renderanno l’Egitto di nuovo splendente. Lo stesso concetto lo espresse il generale all’inaugurazione del Canale di Suez: “Con il nuovo canale l’Egitto prospererà”. Slogan di regime che ad oggi non hanno migliorato le condizioni degli egiziani che fanno fatica ad andare avanti con uno stipendio medio che si aggira sui 4000 Pound egiziani: meno di 250 euro mensili.
E con un tasso di inflazione che dal 2011 è passato dal 10 al 23% mentre invariati sono rimasti gli stipendi che subiscono lo scotto dei rincari su gas, petrolio ed energia elettrica senza neanche poter contare sugli aiuti statali, tagliati dal governo egiziano.
In questo clima economico tutt’altro che florido, nel 2017 Al-Sisi dichiara di aver approvato il progetto di una nuova capitale egiziana mentre non è chiaro da dove arrivino i fondi, dato che l’Egitto rimane pesantemente indebitato con il Fondo Monetario Internazionale per almeno 12 miliardi di dollari, senza contare gli interessi, prestati dal Fondo nel 2016 e non ancora restituiti dal Cairo. Ecco il nuovo progetto edilizio costa il doppio del prestito ricevuto.
La capitale nel deserto come nel film “Il Dittatore”
Nel Film “il dittatore” Sacha Baron Cohen recita la parte di un dittatore arabo che fa costruire nel deserto una immensa capitale, sfarzosa e splendida chiamata Wadiya. Peccato che la capitale sia totalmente inutile al popolo che si riunisce nella città giusto per adorare il dittatore e tesserne le lodi. Ecco la capitale egiziana è simile a Wadiya, un costoso sfizio del dittatore Al Sisi. La nuova capitale egiziana che è in fase di costruzione dal 2017 si trova tra i sobborghi a Sud del Cairo, in una zona semi-arida, sulla via principale verso il Canale di Suez. L’area dove sorgerà è di circa 700 kilometri quadrati.
Di fronte alle critiche verso il progetto espresse sui social, il dittatore Al Sisi ha risposto che “tutte le priorità sono e saranno gestite” e che la nuova capitale non andrà a togliere fondi da altre importanti aree di investimento come la Sanità, l’Istruzione e lo sviluppo del Sinai, pressoché distrutto e povero.
L’Egitto rimane un paese con un tasso di povertà alto. Su 100milioni, quasi il 30% vive sotto la soglia di povertà. Insomma quasi 30milioni di egiziani non hanno di che vivere e un’altra buona parte fa molta fatica ma ciò sembra non essere una priorità del regime.
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