Le Maldive hanno conferito ad Amal Clooney, famoso avvocato per i diritti umani e moglie di George Clooney di rappresentarle presso la più alta corte delle Nazioni Unite nel tentativo di ottenere giustizia per i musulmani Rohingya perseguitati in Myanmar.
Mercoledì il governo delle Maldive ha dichiarato che si unirà formalmente al Gambia, per sfidare la repressione militare dell’esercito del Myanmar che nel 2017 ha causato la fuga di circa 740.000 Rohingya nel vicino Bangladesh.
Il mese scorso con sentenza unanime, la Corte internazionale di giustizia (CIG) ha ordinato alla maggioranza buddista del Myanmar di attuare misure di emergenza per prevenire il genocidio dei Rohingya, ciò in attesa di un verdetto definitivo che potrebbe richiedere anni.
Clooney ha rappresentato con successo l’ex presidente delle Maldive Mohamed Nasheed e ha ottenuto che la sua condanna a 13 anni di carcere fosse ritenuta dichiarata illegale dalle Nazioni Unite.
Con la caduta dell’uomo forte del paese, l’ex presidente Abdulla Yameen nel 2018, Nasheed e diversi altri dissidenti del paese musulmano di 340.000 abitanti, sono stati scagionati da tutte le accuse.
Il governo ha affermato di aver accolto con favore la decisione della Corte Internazionale di Giustizia di ordinare misure provvisorie per garantire i diritti delle vittime in Myanmar e prevenire la distruzione delle prove del caso in corso.
“L’accertamento delle responsabilità del genocidio in Myanmar è attesa da molto tempo e non vedo l’ora di lavorare su questo importante caso per ottenere giustizia per i Rohingya”, ha detto la Clooney al governo delle Maldive.
Migliaia di persone sono state uccise dalla repressione e sono moltissime le denunce di stupro e incendi dolosi contro l’esercito del Myanmar e le milizie buddiste che hanno perseguitato i musulmani.
Nessun commento