Macron sta affrontando da mesi un forte calo di consenso popolare, messo alle strette ha dunque deciso di usare il jolly della “minaccia islamica” costruendo una narrazione islamofoba ad hoc dalle sfaccettature complottiste. Il 18 Febbraio, durante la conferenza stampa a Mulhouse, Macron parla della fantomatica minaccia islamica dandole un nuovo appellativo: separatista.
Il termine, che rimanda ai separatisti catalani o a quelli filorussi in Ucraina, assume nel discorso di Macron toni ancor più inquietanti.
Se da un lato i separatismi come quello catalano sono circoscritti ad una questione politica ben precisa ed identificabile, quello di Macron è più simile ai discorsi dei nazisti che vedevano gli ebrei come la fonte di tutti i problemi, il pericoloso ‘altro’ da eliminare.
Chiunque non si ritrovi nelle leggi di Macron è un estremista e un separatista
Macron non parla dei problemi strutturali di povertà e dell’incapacità istituzionale che colpiscono alcuni quartieri diseredati della Francia in cui molti musulmani vivono, egli parla di tutti i musulmani come estremisti mettendo in piedi un racconto propagandistico da far invidia ai peggiori estremisti di destra.
Nello specifico Macron afferma, facendo riferimento alle leggi della Repubblica, che chiunque semplicemente “non si ritrovi più nelle sue leggi, nei suoi codici, le sue regole” è un estremista ed un separatista.
Ancora una volta le forti contraddizioni legate a questa visione fondamentalista di secolarismo vengono alla luce in quanto le leggi in uno Stato liberale e democratico cambiano ed è naturale avere minoranze che vogliano ad esempio optare per un modello multiculturale simile a quello britannico rispetto ad un assimilazionismo neo-coloniale come quello francese.
Così come una certa tendenza fondamentalista in Francia ha gradualmente corrotto l’idea iniziale di laicità attraverso gli strumenti democratici, lo stesso popolo, inclusi i cittadini musulmani francesi, possono decidere di optare per un’alternativa più equilibrata ed inclusiva, tale è la democrazia.
Macron invece si contraddice affermando da un lato che la Repubblica permette la libertà religiosa nel rispetto delle leggi, ma dimenticando che la libertà di cui parla è evidentemente solo quella di sottomettersi ad un movimento ideologico estremista ed assimilazionista post-coloniale anti-democratico.
Le religioni vedono le leggi umane come variabili ed imperfette
Quasi tutte le religioni ad esempio si presentano come portatrici della verità ultima e vi è chi riesce ad argomentare meglio o peggio la propria posizione. Una cosa rimane invariata però, l’universalismo che caratterizza queste religioni e che per definizione vede le leggi contingenti e secolari come variabili ed imperfette.
Per un cristiano, un ebreo o un musulmano affermare che delle leggi umane decise in base alla maggioranza possano definire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato equivale a rifiutare la propria fede. Questa particolarità propria delle religioni abramitiche è in realtà un forte meccanismo di difesa contro quelle ideologie che hanno usato il consenso e la maggioranza per promuovere massacri, odio e morte. I comunismi dell’Est Europa e i fascismi non furono caratterizzati da piazze vuote, essi furono caratterizzati da piazze gremite e da masse la cui opinione pubblica fu plasmata e piegata tramite i media, come oggi del resto.
Il famoso filosofo ateo Nietzsche parlo’ di questo problema ricordando come l’idea di etica e morale comune al mondo civilizzato derivano dalle religioni abramitiche e l’ateismo nel negarle e nell’accettare un materialismo in cui etica e morale non sono altro che illusioni puo’ giustificare tutto.
Fu in questo contesto che egli parlò di spirito dionisiaco e di come in futuro le società atee (o secolari) diverranno abissi dopo aver perso il compasso morale. Idee come giustizia, libertà e pace non significano nulla né possono essere giustificate metafisicamente in uno Stato laico-fondamentalista quale la Francia.
Sono i cristiani, i musulmani, gli ebrei e le altre confessioni religiose a credere fermamente nella realtà e nella verità ultima di questi ideali. Il musulmano crederà sempre che la giustizia è un valore rispetto alla legge del più forte anche se questa idea dovesse diventare impopolare.
E’ naturale che si aspiri dunque a voler promuovere questi ideali anche nella società in cui si vive passando anche per le istituzioni. Per Macron e per gli altri seguaci del fondamentalismo laico francese questa aspirazione naturale alla giustizia viene tacciato di essere, nel caso dei musulmani, “islam politico”. Se così è allora quello francese non può che essere definito un “ateismo antireligioso politico.”
Come capire, per il caso Francese, questa tendenza anti-islamica?
Vi è innanzitutto chi tenta di far passare l’intensificarsi delle violenze islamofobe in politica ed i discorsi d’odio in Europa come “apertura”. Un esempio di questa apertura alla violenza e all’odio è riscontrabile nel discorso proposto anche da accademici come Lorenzo Vidino e altri. In un recente articolo egli decanta le lodi del fondamentalismo di Macron citando fonti che vedono quei musulmani che integrano gli ideali e gli strumenti democratici nella propria vita come individui il cui “estremismo è poco riconoscibile a prima occhiata” per il solo fatto di credere fermamente nella propria religione ed essere praticanti.
L’utilizzo della moneta coloniale nelle ex-colonie francesi
Infine è forse più rilevante ricordare gli effetti dell’eredità coloniale francese. La Francia è l’unico Stato che continua a mantenere il controllo economico delle ex-colonie in modo così esplicito da costringere le ex-colonie ad utilizzare una moneta coloniale (il CFA).
La storia di oppressione francese nei paesi del nord Africa ha mostrato che la Francia ha da sempre preso di mira la religione per indebolire le colonie. I messaggi diffusi dai coloni francesi hanno spesso tentato di minare l’identità dei musulmani per assorbirla e sottometterla a quella del colonizzatore.
Alla fine dell’era coloniale ondate migratorie provenienti dalle ex-colonie investirono quei paesi colonizzatori per cui combatterono durante la seconda guerra mondiale. Uno di questi paesi fu la Francia, che da allora ha tentato di assimilare con una violenza politica sempre maggiore i discendenti delle ex-colonie, soprattutto quei giovani Francesi e Musulmani che hanno fatto proprie entrambe le identità.
Poster di propaganda realizzato dal quinto ufficio d’azione psicologica dell’armata incitando le donne musulmane a togliere il velo.
La Francia pronta a svendere i diritti umani basati sugli ideali religiosi
Di fronte a questo estremismo secolare, già denunciato anche dall’ONU, è la Francia che deve rivedere la propria posizione nel rispetto di quei diritti umani basati sugli ideali religiosi e che in preda al raptus secolare la Francia è pronta a svendere per pochi spiccioli.
Per gli stessi padri dei diritti umani ad esempio l’uguaglianza fra esseri umani non era giustificata se non in virtù di Dio in quanto garante di tale uguaglianza. Senza Dio la condizione umana era per loro intrinsecamente una condizione di ineguaglianza ed ingiustizia.
Questo ad esempio, è un ideale per cui il musulmano lotterà sempre anche in politica a prescindere dallo sciovinismo laicista francese.
Nessun commento