Ieri, alla vigilila del nuovo decreto governativo che dichiara zona arancione l’intera Lombardia e numerose province del Nord Italia, abbiamo intervistato il virologo Fabrizio Pregliasco, Direttore Sanitario dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano e Ricercatore Confermato in Igiene Generale ed applicata all’Università degli Studi di Milano per capire cosa dobbiamo aspettarci dall’evolversi dell’emergenza Coronavirus.
Tra le altre cose Il prof. Pregliasco ci ha detto che il tasso reale di mortalità del virus è relativamente basso e molto probabilmente più basso di ciò che ci viene rappresentato dai dati parziali di cui disponiamo ora. La maggior parte delle morti sono morti indirette di persone che hanno già gravi patologie pregresse, così come avviene con l’influenza stagionale.
Emergenza in terapia intensiva
Al contempo però il problema che si trova ad affrontare il sistema sanitario è quello di un sovraccarico delle unità di terapia intensiva per trattare i contagiati con sintomi gravi, una situazione che se non controllata adeguatamente rischia di far collassare il nostro sistema sanitario. Si tratta di un’eventualità pericolosa perchè in quel caso una patologia trattabile con buoni esiti nel stragrande maggioranza dei casi diverrebbe letale per molti.
I tamponi
I tamponi attualmente hanno un certo margine di errore e una percentuale di falsi positivi e di falsi negativi, l’alternativa sarebbe quella di disporre di un test che individua gli anticorpi sviluppati dopo aver contratto il virus, test che ci permetterebbe di avere dati affidabili sul numero di contagiati nel Paese. Attualmente però questo strumento diagnostico non esiste.
Le misure del Governo
Le misure del governo, come ad esempio la chiusura delle scuole, non hanno un’efficacia scientifica accertata, ma sono decisioni politiche che soppesando la situazione cercano in tutti i modi di ridurre le possibilità di contagio. Questo perchè la strategia consiste nell’evitare che una quota consistente di popolazione si ammali contemporaneamente mandando in tilt gli ospedali.
A chi dare priorità in terapia intensiva
Attualmente la situazione nei reparti di terapia intensiva si fa sempre più difficile e i medici saranno costretti ad operare una scelta su a quali pazienti dare priorità, tristemente ma inevitabilmente la priorità verrà data ai più giovani e a chi ha più probabilità di sopravvivere.
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