Viviamo in questi giorni le maggiori restrizioni alle libertà personali dalla nascita della Repubblica Italiana e il panico diffuso, ancorché motivato, ha fatto in modo non solo che le persone accolgano di buon grado ogni nuova restrizione ma che ne desiderino sempre di nuove. Quando non ce ne sono le si inventa, e si inizia per esempio a prendere di mira chi esce di casa a fare quattro passi coi bambini o per fare jogging.
Sport e attività motorie all’aria aperta sono ammessi
Il decreto d’urgenza del 9 marzo, quello che estende a tutto il paese le misure restrittive già in vigore nel nord Italia, afferma espressamente che “lo sport e le attività motorie svolti all’aperto sono ammessi”, ovviamente a distanza di sicurezza. Questa cosa sembra non fare scopa con l’invito generalizzato a rimanere a casa, ed effettivamente la comunicazione istituzionale è stata poco chiara. Per non parlare dei continui video ed audio di medici ed infermieri che hanno sepolto vivo il Ministro della Sanità Roberto Speranza, di suo abbastanza latitante vista la situazione in corso.
Sono gli spostamenti a dover essere motivati
Ieri (11 marzo) ci si è messo perfino il Capo della Protezione Civile dicendo che “anche per camminare ci vuole l’autocertificazione”. Conseguenzialmente questa mattina iniziavano a girare i primi articoli (poi rettificati) sul divieto di passeggiata e quindi di attività motoria all’aperto, ma nulla di tutto ciò è stato detto nella diretta Facebook di Giuseppe Conte di ieri sera, né l’ultimo decreto dell’11 marzo modifica questa parte relativa alle attività motorie all’aperto. Addirittura il consulente del Ministero della Salute Walter Ricciardi ha affermato che neanche per fare la spesa ci vuole l’autocertificazione.
Il principio base è che sono gli “spostamenti” a dover essere motivati. La spesa e soprattutto la passeggiata sotto casa non rientrano nella categoria spostamenti ma nelle attività vitali a cui ancora non ci è stato chiesto di rinunciare.
Non potrebbe essere altrimenti visto che le tabaccherie sono tra i pochi esercizi al pubblico che da oggi (12 marzo) al 25 del mese possono restare aperti. La libertà di avvelenarsi non può essere più importante della libertà di svolgere le buone pratiche che da sempre ci vengono suggerite (“fare un po’ attività fisica”).
Non può passare via social ciò che non viene messo per iscritto nei decreti d’urgenza
Forse dovremmo capire che non può passare via social, grazie al panico, ciò che non viene messo per iscritto neanche nei decreti d’urgenza. Non è sano per il paese auspicare il ritorno del confino, cioè il domicilio coatto extragiudiziario introdotto nel Regno d’Italia durante il ventennio fascista. A tutt’oggi (12 marzo, pomeriggio) sul sito del Viminale, prima del link all’autocertificazione, c’è il link alle Regole per gli Spostamenti, e “lo sport e le attività motorie svolte negli spazi aperti sono ammessi nel rispetto della distanza interpersonale di un metro”
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