Il 17 Marzo il colosso farmaceutico francese Sanofi ha dichiarato alle autorità francesi di poter produrre un farmaco in pillole contenente un principio attivo capace di contrastare gli iniziali stadi influenzali precedenti all’esplosione del Coronavirus.
L’antimalarico potrebbe rappresentare, sempre secondo Sanofi, un deterrente allo sviluppo del Coronavirus e l’azienda francese si dice disponibile a produrne per almeno 300mila persone, andando cosi a coprire l’intero numero dei contagiati da Coronavirus nel mondo, attestati intorno ai 200mila.
Prove e test vaccini contro il Coronavirus
Oltre alle sperimentazioni francesi di Sanofi anche la Germania si è attivata per la sperimentazione del primo vaccino anti-Coronavirus: si tratta dell’azienda biofarmaceutica CureVac, attiva fra Germania e Stati Uniti, che si prepara a sperimentare in Giugno il suo vaccino, ed è proprio su questo che Trump chiede l’esclusiva.
Le prime sperimentazioni sull’uomo
Anche sul fronte interno gli scienziati italiani si stanno muovendo: è infatti anche italiano il vaccino che lunedì scorso è stato iniettato al primo dei 45 volontari di Seattle. La sperimentazione vede infatti la collaborazione tra un’azienda farmaceutica italiana modenese e la Coalion for Epidemic Preparedness Innovation (Cepi).
Almeno un anno e mezzo prima di avere un vaccino di produzione su larga scala
Dopo questa prima fase di test sull’uomo ce ne saranno altre due per avere tutte le risposte necessarie su sicurezza ed efficacia e poi bisognerà aspettare i tempi tecnici per la produzione. E sono proprio i tempi tecnici ad essere lunghi: nonostante sul fronte vaccini le autorità sanitarie e farmaceutiche si stiano muovendo ci vorrà almeno un anno e mezzo per avere un vaccino di produzione su larga scala mentre la durata della pandemia è ancora imprevedibile, come indicano anche i dati sui casi in Italia e nel mondo in continuo aumento.
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