Quando c’è stato il primo paziente italiano positivo al Covid-19 ero a Napoli per correre la Napoli City Half Marathon. L’avevo inserita nel mio programma in vista della Maratona di Roma del 29 marzo per la quale mi allenavo da 3 mesi ed in quel momento non sapevo che sarebbe stata l’ultima gara della stagione. Nel rispetto di ogni norma, e rispettando anche me stesso, ho portato a termine il programma nonostante il crescente odio nei confronti dei runner, ed ho corso la mia maratona!
Il mio mese di quarantena
Premetto che sono un podista molto (ma molto) amatoriale e che sulla distanza della Maratona sono piuttosto scarso. L’ho corsa per la prima volta 2 anni fa proprio a Roma, all’età di 43 anni e dopo soli 9 mesi di attività che facevano seguito a 9 anni di totale inattività. Ci misi 4h12’ e non fui molto soddisfatto. Ne ho corse altre 3 per provare a scendere sotto le 4 ore ma sono progressivamente peggiorato (4h32’ a settembre scorso). Dal punto di vista agonistico quindi non c’era alcuna urgenza di correre durante la pandemia del Covid-19.
Quando si avvicinava il momento di fare il lunghissimo di 36Km per qualche giorno mi sono chiesto “li faccio o non li faccio questi 36 Km’?” e poi mi sono detto “li faccio!”, anche perché ero riuscito a farli solo 2 anni fa e poi per le successive maratone non li ho mai portati a termine (ed infatti in gara sono andato sempre peggio). Mi sono anche detto “se vado fuori giri anche stavolta la chiudiamo qui, per questa preparazione e forse anche con le maratone”.
Invece mi sono venuti leggeri e gratificanti. Cioè, 36 Km non sono mai una passeggiata ma per la prima volta da quando corro (2 anni e 9 mesi) ho avuto il controllo totale della mia andatura per una distanza così lunga. Tutte le gare in programma però iniziavano ad essere annullate, compresa la Maratona di Roma alla quale ero regolarmente iscritto (pettorale n° 7462). Ma soprattutto noi runner siamo diventati oggetti di scherno e di odio da parte della maggior parte del paese. Non sono riuscito a tollerare questa isteria collettiva, dovuta anche alla cattiva comunicativa da parte del Governo e di altri istituzioni, non ho voluto assecondarla, ho sentito di doverla respingere con tutte le mie forze, ed ho continuato a correre.
Domenica 9 marzo sono uscito di casa per correre da solo i 21 Km in progressione che avevo pensato di fare durante la mezza maratona Roma-Ostia (annullata). La sera prima la Lombardia e 14 province erano diventate zona rossa e poi, dopo sole 24 ore e di domenica sera, tutta l’Italia veniva equiparata alla zona rossa. Il lunedì mattina quindi ovunque ci si chiedeva cosa si potesse fare e non fare, e quando il panico si è diffuso in tutto il paese quelli che corrono sono diventati i cattivi. In un mondo dove prevalgono abitudini e stili di vita nocivi, e ci si appella alla libertà di potersi fare del male, chi conduce una vita più sana viene improvvisamente visto come un pericolo sanitario.
Siamo alla follia pura! A nulla è servito il fatto che tecnicamente ed esplicitamente si è sempre potuto andare a correre (cosi come si può uscire liberamente a piedi perché non vige il confino!), e che anche il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità abbia affermato l’assoluta infondatezza della paura nei confronti di chi corre, purtroppo questa degenerazione è risultata irreversibile.
Fatta eccezione per alcune regioni (dove andrà comunque verificata la legittimità di certe limitazioni) anche con il Decreto Legge del 25 marzo la possibilità di uscire a piedi, e quindi di correre, non è venuta meno (almeno fino al 3 aprile e restando in prossimità della propria abitazione) quindi venerdì 27 marzo ho corso la mia maratona! Ovviamente restando nei pressi di casa dove mi sono anche attrezzato per i ristori.
Ho scelto di anticipare la “gara” di 2 giorni rispetto alla data della Maratona di Roma per la quale ho continuato a prepararmi per diversi motivi. In primis perché nel fine settimana è più frequente incrociare altre persone (col cane o che vanno dal tabaccaio!) e comunque bisogna mantenere la distanza di almeno un metro da tutti. Mi sarebbe anche piaciuto partire presto al mattino per non dare nell’occhio tante ore ma un impegno lavorativo non previsto e improrogabile mi ha bloccato per tutta la mattinata e sono riuscito a partire con un po’ di riscaldamento alle ore 13 circa, avvertendo tra l’altro una condizione non ottimale.
In oltre il 27 marzo era il mio compleanno e mentre mia moglie e le mie figlie preparavano per me la torta mi è risultato dolce correre per 42Km alla veneranda età di 45 anni appena compiuti.
Infine, ma non per ultimo, il 27 marzo era la data della Freedom of Movement – Palestine Marathon, poi annullata, che si corre a Betlemme. Pare che a Betlemme ci siano stati i primi positivi al Covid-19 nella regione e subito è stata chiusa la Chiesa della Natività ed a seguire annullata la Maratona. In questo momento in cui nel mondo molte persone stanno sperimentando pesanti restrizioni alla libertà di movimento che i Palestinesi vivono invece da svariati decenni, per mano dello stato di Israele, mi è parso allora doveroso ricordare a me stesso questo importante appuntamento che ha per motto proprio la Freedom of Movement!
Com’è andata la maratona ?
Per circa 29 Km è andato tutto come deciso alla partenza, ho portato il passo medio dei lunghissimi (circa 5.45 min/km). Per chiudere la maratona in 4 ore avrei dovuto correre ad una media di 5.41min/km, un’andatura alla quale mi ero preparato abbastanza bene: correndo fino a 25Km con questo passo, facendo delle ripetute lunghe con recupero a questo passo, e portando questo passo nell’ultimo terzo dei lunghissimi. Ho deciso comunque di andare un po’ più piano perché non mi sentivo tantissimo informa. Dopo un ristoro al km 29 ho avuto un calo per 4-5 km. Poi mi sono messo a camminare per circa 200 metri per valutare il da farsi. Fossi stato in gara con ogni probabilità avrei deciso di stringere i denti come non mai, ma ho optato per assecondare la stanchezza ed ho progressivamente rallentato. Ho chiuso in 4h9’, con passaggio alla mezza in 2h01’, ed alla fine ero più felice che stanco.
Prossimi obiettivi
In questa Lockdown Marathon ho fissato il mio personal best, non omologabile ma spero migliorabile già in autunno. Al momento penso di correre la Maratona di Paestum del 1 Novembre.
Entro pochi giorni il Governo dovrà decidere di quanto e soprattutto come prolungare le limitazioni per tutto il paese ma io sono già proiettato verso il Ramadan che inizia a fine aprile. Salvo improbabili limitazioni totali alla possibilità di muoversi a piedi nei pressi della propria abitazione, conto di correre un lungo di 20-25 Km prima del Ramadan e poi di rifarlo subito dopo per valutare quanta forma avrò perso. Durante il mese in cui se Dio vuole digiunerò dall’alba al tramonto correrò infatti pochi chilometri e lo farò di notte.
Se a fine maggio oltre a persistere le condizioni attuali qualcuno dovesse inventarsi il domicilio coatto (ad esempio un’Ordinanza della Regione Lazio) potrei valutare di opporre obiezione di coscienza. Non per esigenze agonistiche, e neanche per mancanza di rispetto nei confronti di chi soffre, ma per l’ingiustizia di misure che già ora sappiamo essere inutili. In realtà si tratterebbe anche di scelte pericolose per l’ordine pubblico.
Si rileva in questi giorni il pericolo di disordini a causa delle restrizioni, abbiamo agenti in tenuta antisommossa davanti ai supermercati, e nella stessa Cina la gente si ribella alle misure restrittive. Tra le tante ipotesi che si stanno facendo in questi giorni in merito alla risposta dell’organismo al Covid-19 c’è anche quella relativa all’importanza della vitamina D, che in ogni caso rafforza le difese immunitarie. E’ una vitamina che per essere sintetizzata necessita dell’esposizione della cute alla luce del sole, quindi non uscire per niente dalla propria abitazione fa anche male, non solo dal punti di vista psicologico-psichiatrico, e soprattutto per i bambini.
Grazie a Dio sono padre di due bambine e gradirei quindi dal Governo e dal Parlamento un minimo di attenzione nei confronti dei diritti dei bambini, completamente ignorati dai decreti. La diffusa fascinazione per la sola didattica a distanza in tenera età è solo un brutto segnale sociopolitico. Tra le attività commerciali tenute aperte ci sono i tabaccai e l’Istituto Superiore di Sanità ha dichiarato che i fumatori hanno più del doppio di possibilità di finire in terapia intensiva. Non è certo possibile smettere di fumare in quarantena ma non è neanche giusto fare dei runner il capro espiatorio.
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