Con una circolare del 31 marzo 2020 il Viminale chiarisce (non legifera ma chiarisce) che i bambini hanno diritto all’attività motoria all’aperto nonostante il Covid-19. Poi è stato necessario chiarire, pochi minuti dopo, che tutti i giornali avevano come al solito scritto una fesseria in merito al jogging, che ovviamente resta consentito.
Tra le tante mostruosità interpretative delle limitazioni in vigore si era ormai consolidata, talvolta anche da parte delle forze dell’ordine, l’idea che i cani avessero maggiore libertà di movimento rispetto ai bambini. In maniera naturale si è interpretato come diritto inalienabile quello di portare il cane a spasso e si è invece ignorato ciò che il dpcm del 9 marzo prevede espressamente: “lo sport e l’attività motoria all’aperto sono consentiti”.
La confusione sensazionalistica da parte dei media
Forse ora a qualcuno sarà chiaro che queste libertà sono cosa diversa dagli “spostamenti” (quelli dell’’autocertificazione) che invece possono essere fatti solo se necessari. Siccome ormai non ci muoviamo più a piedi ma paghiamo per fare 4 salti in palestra, il diritto esplicito all’attività motoria (come la banale passeggiata) non ha trovato molti ammiratori. E siccome manco leggiamo (“sport… all’aperto… consentiti”) ma ci facciamo prendere dal panico (“oh mamma, il covid-19”), chi corre è diventato un untore.
Il tutto alimentato dalla confusione sensazionalistica da parte dei media che hanno redatto fiumi di vademecum più lunghi dei decreti che cercano di “spiegare”. E quasi nessuno si è filato i bambini.
L’Ordinanza del 20 Marzo
Le libertà di movimento a piedi del dpcm 9 marzo è stata relativamente ridotta dall’Ordinanza del 20 marzo del Ministero della Salute: si deve stare nei pressi di casa, l’accesso ai parchi (anche non recintati) è vietato, sono vietate le attività ludiche, e ci si deve muovere da soli. Si tratta però anche di ridondanze perché gli assembramenti sono ovviamente vietati e le lunghe distanze fanno sfociare l’attività motoria (sempre consentita) nello “spostamento” (solo per valido motivo, con l’autocertificazione, ecc…).
Ma per i più il “da soli” ha sempre voluto dire che i bambini non hanno diritto ad uscire con l’accompagnatore come è invece concesso ai cani, quindi per costoro i bambini devono rimanere chiusi in casa a fruire di un’improbabile didattica a distanza (domenica scorsa per i Carabinieri avrei dovuto tenere la distanza minima di un metro da mia figlia di 4 anni).
SI alla passeggiata per i bambini accompagnati da un genitore ed il NO al jogging
La scarsa sensibilità giornalistica per la materia giuridica, necessaria per raccontare queste cose, e la perversione dominante nei confronti dei runner hanno poi fatto scivolare tutti i giornali non appena uscita la circolare “sui bambini”. Tutti hanno inizialmente titolato il SI alla passeggiata per i bambini accompagnati da un genitore ed il NO al jogging, come se una circolare potesse cancellare una cosa espressamente prevista da un decreto.
Il Viminale ha dovuto chiarire che parlava del diritto dei bambini all’attività motoria, anche in questo frangente con restrizioni, escludendo per i bambini il diritto allo sport. Era forse un passo difficile da interpretare ma è pur vero che nessuno ha tenuto conto che nello scindere le due cose il Viminale, prendendosi la licenza di vietare lo sport ai bambini, citasse il dpcm del 9 marzo che distingue lo sport dall’attività motoria (due distinte attività ma entrambe consentite!).
Si potrebbe poi discutere del fatto che si può passeggiare ma non correre col proprio figlio potendosi invece sia passeggiare che correre da soli.
Si potrebbe anche obiettare che per i bambini è difficile scindere lo sport (vietato) dall’attività motoria (consentita) e dall’attività ludica (vietata).
Ed infine non si capisce dove far fare attività motoria ai bambini se tutti i parchi sono chiusi.
I bambini hanno gli stessi diritti dei cani
Ma credere che i cani abbiano più diritti dei bambini è indice di una scala di valori sballata che ha reso necessaria una circolare per equiparare i bambini ai cani, stabilendo tra l’altro per i primi una sorta di guinzaglio.
Viene infine da chiedersi se l’aver ribadito dopo 3 settimane certe libertà ovvie, prima nascoste da una certa confusione social di Governo, non sia da interpretarsi come palliativo per un significativo prolungamento delle misure restrittive.
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