Sembra oramai che l’unica salvezza del mondo risieda nella messa a punto di un vaccino contro il coronavirus. Che il popolo, specie se impaurito, possa pensare una cosa del genere è facilmente comprensibile. Meno comprensibile è come possa promuovere un pensiero cosi puerile e superficiale la comunità scientifica internazionale e quindi tutte le organizzazioni politiche ed amministrative a partire dall’OMS per poi arrivare a tutti i governi del mondo.
Pensare ad un vaccino come soluzione è come pensare di difendersi dall’inquinamento non già contrastandolo ma fornendo a tutta la popolazione maschere anti gas.
O come volersi difendere dall’uso improprio delle armi non limitandone la diffusione ma fornendo a tutti giubbotti antiproiettile.
Lo stesso modo di pensare che ha portato alla crisi economica da Coronavirus, alla crisi ambientale e a quella umana
Un simile modo di pensare non è certo nulla di nuovo, anzi è perfettamente in linea con il modo di pensare che ci ha portato alla crisi non solo economica legata al coronavirus, ma anche a quella ambientale ed umana che stiamo vivendo.
Siamo ormai incapaci di cogliere la profondità dei problemi
Abbiamo derubricato i problemi dell’anima a problemi fisici, ricacciandoli in profondità con gli psicofarmaci. Abbiamo pensato di risolvere l’inquinamento ambientale comprando l’acqua in bottiglia e cibo sedicente biologico. Siamo sempre li, incapaci di cogliere la profondità dei problemi.
L’ennesimo passo verso il suicidio collettivo
I limiti intrinsechi di una strategia che pensa al vaccino come unica soluzione sono non solo ovvi ma moltissimi, a partire dal fatto che per ora un vaccino non esiste, e che la possibilità che non sarà possibile crearlo è tutt’altro che remota. Insomma è veramente saggio da parte delle istituzioni lasciar passare il messaggio di investire tutte le nostre speranze su una cosa che non c’è e che non potrebbe mai esserci?
Società esposta ad un esperimento
Inoltre nessun vaccino si è dimostrato totalmente efficace. Per non parlare degli effetti collaterali imprevedibili sui singoli individui e sulla società che verrebbe esposta improvvisamente e massivamente ad un esperimento del genere. Si perché di esperimento si tratta, vaccinare con una sostanza di cui non potremmo testare la sicurezza l’intera popolazione mondiale: una follia senza precedenti. E poi sarebbe veramente possibile vaccinare tutti, creare 7 miliardi di dosi di vaccini? Se no, chi saranno i prescelti? Solo i ricchi? E gli altri? Non dimentichiamoci inoltre che su tutti questi interrogativi aleggia lo spettro dell’industria farmaceutica, la quale sarà alla fine dei conti la proprietaria della soluzione del mondo. Che uso ne farà?
C’è chi cerca di trarre vantaggio da questa situazione
Che ci sia la tentazione di gridare al complotto, da parte di chiunque abbia un minimo di spirito critico, non potendo spiegare altrimenti certi atteggiamenti irrazionali i cui effetti potrebbero essere imprevedibili e catastrofici, è certamente comprensibile. C’è di certo chi cerca di trarre vantaggio da situazioni come questa, ma l’idea di un complotto è però assurda, un disegno del genere per poter funzionare dovrebbe coinvolgere un numero cosi grande di persone, medici, scienziati, giornalisti e non solo che alla fine dovremmo farne parte tutti o quasi, non sarebbero sufficienti lobby o logge di stampo massonico.
Pretendiamo di essere sani in un ambiente malato
Allora la domanda che dovremmo porci è, se non c’è un mandante, perché impera cosi prepotentemente questa assurda idea di un vaccino salvifico? È evidente il mondo chiede con forza, governanti e non, un vaccino che calmi la propria ansia metafisica perché ha perso il senso delle cose. La gente ama farsi raccontare storie puerili perché gli psicofarmaci per dormire non bastano più. Tutti chiediamo la salute del corpo senza curarci della nostra anima malata. Pretendiamo di essere sani in un ambiente malato, inquinato.
Siamo una società vittima di se stessa e del proprio materialismo. La richiesta di un vaccino è in sintesi la volontà poco consapevole e l’ennesimo passo verso un lento suicidio collettivo.
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