La vicenda spirituale, storica e politica di Shaihu Usman dan Fodio (Gobir,1754 – Sokoto,1817), leader religioso e Califfo della città di Sokoto, si inserisce pienamente nel movimento di riforma mistica che scosse l’Africa Occidentale a partire dal XVII secolo.
Le popolazioni degli Hausa e dei Fulani abbracciarono l’islam tre secoli prima, governati da Sultani musulmani il cui stile di governo era corrotto: caratterizzato da una tirannia basata su un sistema economico feudale. Uthman dar Fodio criticò aspramente questo stile di governo in cui la Shari’a fu trascurata sia sotto il profilo sociale che economico.
Figlio di un sapiente religioso malikita di origine senegalese, Skeikh Uthman studiò presso un maestro nordafricano e divenne in pochi anni un’autorità spirituale fondamentale per la sua città.
Fondò una scuola per dedicarsi all’opera di reislamizzazione e di diffusione dell’Islam. Fu consigliere del Sultano e si distinse per le critiche mosse alla classe dirigente del suo tempo: un establishment corrotto che aveva abdicato alle proprie responsabilità nei confronti della popolazione, causando sempre più povertà e spingendo le persone a fare ricorso a magia e superstizione.
In Nigeria a quell’epoca si davano anche numerosi atti di apostasia poiché l’Islam era poco più di una vernice stesa su concezioni animistiche.
Nel 1805, al momento della successione del vecchio Sultano, ci fu il tentativo di assassinio di Usman dan Fodio, ordinato dall’entourage del recente Sultano. I notabili erano desiderosi di distruggere la scuola che Uthman dirigeva nella sua città: basata sulla Shari’a e su dettami coranici, quindi profondamente contraria al loro stile di governo. A questo punto l’etnia Fulani e una parte degli Hausa, che sostenevano il leader spirituale, resistettero al tiranno e fu dichiarata guerra.
Usman si distinse per essere un grande condottiero e ottenne numerose vittorie.
Nel 1809 Dan Fodio unì una serie di piccoli emirati in una federazione e creò il Califfato di Sokoto dove mise in pratica i princìpi di cui aveva parlato nei suoi numerosi scritti.
Con il Sultanato la capitale si stabilì a Sokoto, situata nell’attuale Nigeria Nord Occidentale e divenne il principale centro spirituale della regione. Con un’influenza che si estese in gran parte dell’Africa Occidentale, creò un’amministrazione efficiente: diminuì le tasse che gravavano sulla popolazione più povera, stroncò la corruzione e applicò la Shari’a all’economia attuando provvedimenti contro l’usura.
Per combattere le truffe, le false testimonianze e ogni immoralità promosse il jihad spirituale. Mandò giovani in tutto il territorio a insegnare la Shari’a per far ritornare il popolo alla purezza della fede, combattendo il politeismo, la magia e la superstizione. La riforma modificò la vita civile in molti ambiti ed ebbe un ruolo positivo.
Per tutta la sua vita Uthman, per nulla attratto dai fasti del potere, si batté perché uomini e donne musulmani crescessero nella ricerca della Sapienza.
Suo fratello e i suoi figli furono dei sapienti e dei letterati, e una delle sue figlie, Asma, fu una poetessa e una giutisperita conosciuta in tutta l’Africa.
Quando Dan Fodio divenne Califfo mandò le donne e gli uomini della sua famiglia a predicare le buone consuetudini in tutto il paese. Le sue figlie e i nipoti insegnarono nei villaggi la religione alle contadine.
Il buon governo dipendeva per lui in larga parte dall’educazione e dalla reislamizzazione delle masse. In questo fu un precursore del movimento riformista del XIX e del XX secolo. Lasciò il potere nel 1811 e morì nel 1817 senza aver completato la sua riforma spirituale, ma avendo creato in Africa un grande Impero Fulani che durò quasi un secolo.
Ancora oggi lui e suo figlio Mohammed Bello e molti dei suoi discendenti, sono ricordati come esempio di buon Governo. Nel 1903 il Sultanato divenne protettorato inglese, ma il ruolo spirituale del Sultano di Sokoto rimane fondamentale in tutta la Nigeria, anche se non con il programma del suo fondatore.
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