La storia della detenzione e della conversione all’Islam di Silvia Romano ha ricordato a molti quella della famosa giornalista e scrittrice britannica Yvonne Ridley.
La Ridley fu detenuta dai Talebani nel 2001 e tenuta prigioniera per 11 giorni. Rivelò poi di aver tenuto un diario durante il periodo di prigionia e pubblicò in seguito alla sua liberazione il libro Nelle mani dei Talebani. Nel suo libro, Ridley racconta di come, nonostante la prigionia, fu trattata con rispetto dai suoi carcerieri e che ciò fu seguito da una curiosità puramente “accademica” per l’Islam che culminò con la conversione in seguito alla lettura del Corano.
La reporter britannica non ebbe alcuna simpatia per i suoi carcerieri: fece uno sciopero della fame e si confrontò con loro verbalmente.
La figura della donna nel Corano
Oggi Yvonne Ridley parla di come “il Corano chiarisce che le donne sono uguali agli uomini in spiritualità, valore ed istruzione. Ciò che tutti dimenticano è che l’Islam è perfetto; le persone non lo sono.”
L’intervista di ieri ad Al Jazeera
In una recente trasmissione di al Jazeera Yvonne Ridley è stata invitata a commentare la liberazione e la conversione di Silvia Romano. Durante la trasmissione è stato mandato in onda il video del messaggio di solidarietà e di affetto dei musulmani italiani diffuso da questo giornale.
Ridley difende Aisha
Ridley inizia l’intervista dicendo “il mio pensiero di affetto va ad Aisha mentre ritorna alla sua vita normale.” La scrittrice critica poi quei giornali che l’hanno attaccata per la sua conversione, nonostante lei abbia affermato che questa è stata una sua libera scelta.
La conversione di Ridley dopo la liberazione
Ridley ricorda la sua prigionia e di come i Talebani l’avessero invitata a diventare musulmana. Lei rispose loro che si sarebbe informata sull’islam dopo la fine della prigionia. “Dopo la liberazione, inizia il mio percorso spirituale che culmina dopo due anni con la conversione all’Islam.” Ridley ricorda di essere stata attaccata, dopo la sua conversione, dai detrattori dell’Islam e dai predicatori d’odio e dice che, nel vedere gli attacchi che Silvia Aisha sta subendo, rivede la sua situazione di anni fa.
Sindrome di Stoccolma
A Yvonne Ridley viene poi chiesta la sua opinione su chi fa appello alla sindrome di Stoccolma per spiegare la sua conversione e quella di Silvia. La scrittrice risponde portando la sua esperienza e sottolineando con forza che, sia durante sia dopo la prigionia, non ha simpatizzato con i carcerieri in alcunché, nonostante l’avessero trattata con umanità.
L’Islam è lontano dalle organizzazioni estremiste
Il giornalista le chiede poi come ci si possa avvicinare ad una religione che è la stessa che i rapitori sostengono di professare, Ridley risponde dicendo: “sono sicura che dopo la sua liberazione avrà modo di leggere vari testi e studiare l’Islam così da trovare la sua strada. Sono sicura che questo è quello che Aisha farà per iniziare questo suo percorso. Questo è quello che è successo a me e così ho riconosciuto l’Islam. L’Islam è lontano dalle organizzazioni estremiste che in realtà ne tradiscono il messaggio.”
Cosa ha portato la Ridley a scegliere l’Islam?
Nell’ultima domanda si chiede alla Ridley cosa l’abbia portata a scegliere l’Islam e lei risponde: “io credevo già in Dio. Ero una cristiana praticante e quando ho iniziato a leggere il Corano ho sentito che mi parlava, vedevo come i diritti delle donne sono sottolineati nel testo e come la donna sia uguale all’uomo dal punto di vista spirituale ed intellettuale, e questa è una cosa che non ho trovato nelle altre religioni.”
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