La comprensione vera, profonda e soprattutto utile di un qualsiasi stato di malessere, chiamato comunemente malattia, non può prescindere dalla comprensione della patogenesi della stessa, cioè dalla comprensione di quali siano le condizioni che portano un organismo altrimenti sano ad divenire malato.
In assenza di questa comprensione non c’è cura che sia sicura, tutto diventa accidentale, potenzialmente rischioso, e più che cura possiamo dire trattasi, nella migliore delle ipotesi, di un compromesso in termini di salute.
Abbiamo bisogno di una scienza medica umile
I modelli costruiti a partire dalle osservazioni empiriche, per quanto interessanti, sono quasi sempre fuorvianti quando vengano utilizzati come strumenti per processi induttivi, tesi cioè a generalizzare le singole osservazioni. Dall’altra parte, l’esistenza di ipotesi che spieghino il funzionamento della realtà a partire dalle osservazioni disponibili è inevitabile, come dimostra l’evolversi dei modelli adottati di volta in volta per spiegare i fenomeni fisiologici e patologici nelle diverse epoche e latitudini.
La circolazione del Qi
A titolo di esempio nell’antichità era in auge il sistema che spiegava la realtà come compenetrazione ed equilibrio tra i diversi umori, nella Cina imperiale quello della circolazione del Qi, ancora oggi alla basa della scienza dell’agopuntura, oggi in tutto il globo prevale globalmente il sistema biochimico, in un futuro ottimistico probabilmente prenderà piede un modello orientato sulla biofisica.
I modelli scientifici
I modelli scientifici sono ipotesi che cercano di spiegare la realtà in modo concepibile ad un determinato contesto storico sociale, sono quindi una delle tante narrazioni possibili, il modo più coerente possibile di cercare di sistemare i pezzi del puzzle le cui tessere sono i fatti osservati. Da questa comprensione della scienza in generale, come cioè di una delle possibili spiegazioni intrinsecamente imperfette della realtà, procedono due ordini di conseguenze tra loro strettamente connesse:
1. Nella scienza medica qualsiasi processo induttivo, cioè qualsiasi generalizzazione a partire dai fatti osservati, poggiando esso su un sistema di pensiero intrinsecamente fallace, è potenzialmente fonte di errore e quindi non affidabile. Ne consegue che l’informazione tratta dall’esperienza particolare è utile in contesti quanto più identici, mentre è tanto più inutile o dannosa in contesti quanto più dissimili.
2. L’unica via per poter conoscere nel modo più esatto possibile, ma mai perfetto, i fenomeni fisiologici e patogenetici, passa attraverso l’esperimento capace di rendere malato l’organismo altrimenti sano e viceversa. Solo questo esperimento ci avvicina a conoscenze stabili che resisteranno a qualsiasi cambiamento di sistema di pensiero, anzi qualsiasi nuovo sistema non potrà non confortarsi con questo tipo di dati prima di poter essere accettato. Le conoscenze frutto di generalizzazioni o meglio frutto di spiegazioni dei fatti osservati tramite modelli interpretativi contingenti alla realtà, benché inevitabili, vanno considerate opinioni personali, conoscenze dubbie e discutibili, non evidenti di per se stesse. In parole povere, attenzione a non confondere i fatti con la loro interpretazione.
La pressa di posizione da parte del medico
Una simile presa di posizione da parte del medico presuppone un atteggiamento umile di fronte alla complessità delle cose ma al contempo estremamente razionale, atteggiamento che lo condurrà però verso una pratica medica efficace e sicura.
Fare tesoro delle esperienze delle generazioni passate
La nostra epoca non riesce a far tesoro delle esperienze delle generazione passate perché nella propria superbia crede di essere al di fuori della Storia, crede cioè di possedere un sistema non perfettibile solo perché è riuscita ad indagare l’estremamente piccolo, eppure ci sono una quantità sempre maggiore di dati ed esperienze che non riescono ad essere spiegate in nessun modo dai modelli esistenti, come pure, all’atto pratico, ci sono una quantità di malattie e stati morbosi che ancora non trovano cura.
La nostra epoca e il delirio di onnipotenza
Allora perché questo delirio di onnipotenza? La complessità del creato ci sovrasta e noi ci crediamo i padroni del mondo perché siamo riusciti a costruire macchine per volare, eppure non saremmo capaci di mettere insieme una zanzara né tantomeno di creare qualcosa dal nulla.
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