A seguito dell’uccisione di George Floyd da parte della polizia di Minneapolis il movimento Black Lives Matter scuote l’America. Anche in Europa si hanno manifestazioni anti-razziste che stanno sfociando nell’iconoclastia contro personaggi della Storia europea che si sono macchiati di crimini coloniali. Le cose però prendono una piega farsesca quando si cancella Via col Vento dal Catalogo di HBO o quando una catena svizzera ritira i “moretti” cioccolatini che han la colpa di esser neri.
In Italia infuria la polemica dopo che il movimento dei Sentinelli ha chiesto la rimozione della statua di Indro Montanelli a causa del suo trascorso come militare in missione coloniale in cui aveva sposato una ragazza di 14 anni.
Abbiamo intervistato al riguardo lo scrittore Pietrangelo Buttafuoco.
Si parte da un fatto grave, come l’uccisione di Floyd, per cui è necessaria una presa di posizione forte, ma dove si arriva ora?
Comincio a subodorare l’inzio di una nuova epoca, quella del totalitarismo liberale, se ci pensi si fonda sulla stessa idea perversa di “fine della Storia” teorizzata da Fukuyama, si tratta sempre di quella superstizione progressista per cui solo le minoranze egemoni hanno il compito e la possibilità di raddrizzare l’umanità, per natura storta, e il suo destino.
Quindi ci troviamo di fronte a un movimento che rifiuta la storicizzazione alla luce di una dogmatica assolutista?
Anche l’evento che avrebbe realizzato la fine della Storia, la caduta dell’URSS è stato il risultato di una pressione che veniva da Oriente e da Occidente, da un lato la resistenza degli afghani musulmani e dall’altro il lavoro di Giovanni Paolo II, sono le forze spirituali che fanno la Storia, una costante trascendente.
Però è caduta l’URSS e cosa è rimasto in piedi o cosa sta nascendo?
Un totalitarismo liquido a cui soggiace tutto, un potere estremamente pervasivo che esercita una violenza, una minaccia di fronte alla quale il piccolo borghese soccombe, di fronte al cui rimprovero è disposto a sacrificare tutto l’album di famiglia della cultura patria.
Si dovranno depurare le canzonette, censurare “i watussi”, o “sei diventata nera”, Totò sarà impossibile da proiettare e così tutta la commedia italiana piena di battute oggi scorrettissime.
Credo che lo spirito di sovversione abbia trovato questa maschera per annientare qualsiasi dissenso, l’esito è caricaturale e parodistico, in nome della libertà te la tolgo.
Questa idea che si debba correggere la propria Storia è semplicemente aberrante, un’università americana ha pensato di cancellare l’insegnamento della Storia del Rinascimento perchè interamente bianco…
Così come si dovrebbe eliminare Shakspeare e la letteratura greca.
Venendo all’Italia e al caso Montanelli, viene accusato di essere indegno per il suo passato coloniale.
Non si può pensare di piegare la Storia alle tue teorie, Montanelli è stato un grande non solo per ciò che ha scritto ma per la vita che ha vissuto, così come la sua generazione.
Ciò che più mi spaventa è la capacità di intimidire, perchè ci si rassegnerà anche a torgliere la statuta di Montanelli di questo passo.
I russi si sono liberati dal potere sovietico e non hanno cancellato nulla della loro Storia, nella parata militare della vittoria portano le insegne dello Zar e dell’URSS, i simboli dell’ortodossia, quelli sciamanici e quelli musulmani, la Storia è pluralità.
Sarebbe come chiedere ai francesi di rimuovere la N di Napoleone e guai se qualcuno si accorgesse che Giulio Cesare ai Fori Imperiali fa il saluto romano.
Perchè questo accanimento verso il nostro passato?
Lo scopo è quello di annullare le differenze e così l’identità che è ciò che siamo. La differenza trova fondamento nel passato, i tuoi padri segnano la tua identità e se l’obiettivo è l’omologazione allora le differenze vanno rimosse.
Si opera una rimozione completa, si trasforma la Storia in una palude perchè sarebbe impossibile risolvere il problema della Storia profonda delle civiltà. Come si può imporre una lettura corretta del Bhagavadgita indiano?
Noi invece? Abbiamo rescisso il legame con la romanità e non siamo messi bene in quanto a radici.
Noi avevamo una radice doppia quella greco-romana, il legame è stato cancellato perchè abbiamo un ministro come la Azzollina, fatto che dimostra la noncuranza italiana verso il proprio patrimonio, verso la propria grandezza, viviamo un distacco totale.
Ma questa sembrerebbe piu una conseguenza che una causa.
Qualunque indiano conosce il Bhagavadgita mentre l’Italia è diventata una mera espressione geografica, di tutti i nostri padri culturali abbiamo reso una versione sbiadita, insipida, uno come Francesco D’Assissi viene rappresentato senza una dimensione trascendente all’altezza dell’uomo, raccontato come fosse un Pecoraro Scanio di altri tempi.
Quando sono stato in Iran ho notato i templi zoroastriani dove da sempre sono accesi i fuochi custoditi dai sacerdoti, quei fuochi sono ancora accesi ora, eppure sono passati gli inglesi, i russi, lo Shah, la rivoluzione islamica. Al tempio di Vesta a Roma invece il fuoco è spento, è questo che intendo.
La violenza negli Stati Uniti è strutturale ed episodi come quello di Floyd ci sono sempre stati, ricordiamo le proteste di Ferguson del 2014 sempre del movimento Black Lives Matter, in quel caso però la cosa non prese piede come ora, soprattutto non in Europa, come mai?
Perchè c’è un’evidente strumentalità in tutto ciò, Floyd non è il primo e non sarà l’ultimo ma prima c’era Obama e ora c’è Trump, la differenza sta tutta qua. Si tratta dello stesso meccanismo per cui nel Mediterraneo continuano a morire i migranti ma nessuno se ne accorge perchè non c’è Salvini al Viminale.
L’opinione pubblica è oggi un’enorme massa di manovra con la quale puoi dosare le emozioni e mobilitarla attraverso il sistema mediatico e lo star system.
Questi fenomeni vanno a cristallizare un nuovo tribunale dell’inquisizione per cui l’unico dissenso consentito è quello indicato dal mainstream.
Intravedi una qualche resistenza culturale?
L’unica resistenza culturale la vedi solo nei cattivi. Il mondo remoto non ha queste ansie del politicamente corretto, i cinesi, i russi, gli indiani. Chi invece è sotto scacco del politicamente corretto fa i conti con la reificazione di questa chiesa capovolta. Abbiamo bisogno di tornare ai classici per poter essere liberi, questi ce l’hanno a morte con i condottieri, con gli esploratori, con chiunque abbia sperimentato la propria sfida alle stelle. Prendersela con Cristoforo Colombo è come prendersela con Ulisse, con chiunque osi sfidare il confine. Facendo così potremo innalzare monumenti solo agli ignavi.
Dante Alighieri ha edificato i monumenti a quelli che erano i suoi nemici, qui il canone è inverso.