Un procuratore svizzero indaga per riciclaggio di denaro, evasione e corruzione Juan Carlos I, re emerito di Spagna.
“Tutto dipende dalla Svizzera”. Due fonti del ministero pubblico fanno sapere che stanno aspettando di ricevere la documentazione dal procuratore di Ginevra, Yves Bertossa, per determinare la portata dell’indagine penale su Juan Carlos I per presunti crimini fiscali e riciclaggio di denaro.
Dalle informazioni che giungeranno da Ginevra dipenderà se Juan Carlos de Borbon sarà accusato di corruzione o se, al contrario, verrà scagionato una volta chiarito il suo coinvolgimento nella gestione di 100 milioni di dollari in Svizzera, denaro che sarebbe derivato da una presunta maxi-tangente per l’aggiudizione di un appalto per la linea ferroviaria di alta velocità tra Mecca e Medina.
Per Juan Carlos de Borbon, i crimini relativi a questa tangente sarebbero stati prescritti dopo l’assegnazione alle società spagnole delle opere dell’alta velocità alla Mecca: i pagamenti sarebbero avvenuti nel 2008 quando ancora era re e godeva quindi dell’immunità garantita dall’articolo 53 della Costituzione.
Il movimento di soldi però non è oggetto di prescrizione, né l’obbligo di pagare le tasse dal momento della sua abdicazione, il 19 giugno 2014. Entrambe le cose rappresentano crimini di riciclaggio di denaro e frode contro il Tesoro pubblico, reati commessi in Svizzera perché, da quella data il re emerito non è più protetto dall’immunità.
I crimini di corruzione nelle transazioni commerciali internazionali che sarebbero stati commessi da uomini d’affari che pagavano tangenti per ottenere l’assegnazione di tali opere pubbliche in Arabia Saudita non sono prescritti.
Cosa è stato inoltrato alla Procura suprema?
La Procura della Repubblica Anticorruzione ha trovato prove di crimini a carico del re emerito. Il Procuratore Generale dello Stato, Dolores Delgado, ha ordinato il 5 giugno il trasferimento di queste indagini ai suoi colleghi della Corte Suprema: le indagini da effettuare riguardano “direttamente” Juan Carlos I.
Il decreto del capo della Procura della Repubblica di Anticorruzione, Alejandro Luzón, specifica i fatti da indagare: la cosiddetta “Fase II della costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità”, la cosiddetta AVE del deserto, che collega le città di Medina e La La Mecca
Il procuratore Luis Pastor, che finora stava conducendo le indagini, era in attesa di ricevere un rapporto chiave dalle sue controparti svizzere su un’inchiesta aperta nel 2018.
Il procuratore svizzero Yves Bertossa si è recato a Madrid a ottobre e ha promesso di inviare la documentazione relativa a Juan Carlos I, le autorità svizzere non hanno competenza per indagare l’ex re di Spagna. Questo rapporto non è stato ancora ricevuto.
Su cosa indaga la Procura svizzera?
La procura svizzera indaga su una “donazione” di 100 milioni di Dollari ad una fondazione panamense il cui primo beneficiario è Juan Carlos I. Sarebbe stata fatta dall’allora re dell’Arabia Saudita Abdullah bin Abdulaziz Al Saud l’8 agosto 2008.
Il destinatario era la Fondazione Lucum, dopo che il consorzio spagnolo – OHL e Indra, tra gli altri – hanno vinto il concorso AVE alla Mecca avendo ridotto il costo dell’offerta del 30%. Questa fondazione ha sede a Panama.
Il procuratore Bertossa indaga sui conti di questa fondazione nella banca svizzera Mirabaud per un presunto crimine di riciclaggio di denaro.
Lo stesso procuratore indaga sulla consegna da parte dello stesso Juan Carlos I nel 2010 di 1,9 milioni di euro al manager della banca Mirabaudm soldi che aveva ricevuto in donazione dal re del Bahrain. Secondo il quotidiano spagnolo El País. Il denaro è stato accreditato sul conto di Lucum.
Nel settembre 2012, 65 milioni di euro sono stati trasferiti da questo conto a Corinna Larsen, l’amica speciale del re emerito (ex Corinna zu Zayn-Wittgenstein).
Le prime rivelazioni provengono dal giornale ginevrino Tribune de Genève, il 3 marzo 2020.
Quali società sono coinvolte?
Il 3 luglio 2010, le offerte per la fase 2 dell’AVE sono state presentate alla Mecca.
Un consorzio di compagnie spagnole ha gareggiato contro una cordata francese formata dalle ferrovie statali francesi (SNCF) e dalla multinazionale Alstom. Il consorzio spagnolo ha vinto.
Il consorzio vincitore si chiama Al Shoula Group. È composto per l’88% da società spagnole (ADIF, Renfe Operadora, INECO, Talgo, Cobra, Consultrans, Copasa, Dimetronic, Inabensa-Abengoa, Imathia, Indra e OHL) insieme a due sauditi (Al Shoula Group e la società di costruzioni Al Rosan contraenti).
Il rapporto dell’Anticorruzione inviato alla Procura Suprema si concentra sui fatti da indagare nella Fase II. Ma non cita persone specifiche oltre Juan Carlos I.
Chi sono Arturo Fasana e Dante Canonica?
Entrambi sono avvocati e dirigenti in Svizzera. Gestiscono la Lucum Foundation, la fondazione il cui primo beneficiario è il re Juan Carlos e che ha ricevuto i 100 milioni di dollari dall’Arabia Saudita.
Arturo Fasana è un manager svizzero che amministra grandi patrimoni internazionali. quelli spagnoli li gestisce gestirono attraverso il famoso conto “Soleado”. Questo nome venne alla ribalta con il caso Gürtel un caso di corruzione che vede coinvolto il Partito Popolare spagnolo.
Dante Canonica è uno specialista in diritto bancario e finanziario, esperto nella creazione di società strumentali. Questo avvocato lavora solo con grandi patrimoni.
Chi sta indagando su Juan Carlos?
Il procuratore che indagherà direttamente su Juan Carlos I è al culmine della carriera giudiziaria. Si chiama Juan Ignacio Campos Campos ed è a capo della sezione crimini economici della Corte Suprema dal 2012.
Campos ha iniziato la carriera come procuratore più di venti anni fa, è membro dell’Unione Progressista dei Procuratori, come Delgado.
Insieme a lui lavoreranno altri tre procuratori, data l’importanza istituzionale del re e la complessità tecnica insita nelle indagini su società “offshore” come Lucum.
Chi difende il re?
Il re emerito ha assunto un ex procuratore anticorruzione: Javier Sánchez-Junco, un rinomato avvocato che ha fondato il suo studio legale nel 2001.
Sánchez-Junco fu uno dei procuratori che ottennero la condanna di Mario Conde per la bancarotta della banca Banesto. Ha esercitato il ministero pubblico per vent’anni e alla fine è stato assegnato all’ufficio del procuratore generale.
Il suo nome è stato annunciato il 15 marzo, il giorno dopo la dichiarazione dello stato di allarme, quando Felipe VI ha rilasciato una dichiarazione in cui annunciava la sua intenzione di rinunciare all’eredità dopo la morte di suo padre.
Il re emerito ha assicurato nella sua dichiarazione di non aver mai fornito a suo figlio informazioni sulle fondazioni di Lucum e Zagatka, controllate da suo cugino Álvaro de Orleans.
Sánchez-Junco ha assunto la difesa di Javier López Madrid, CEO del gruppo Villar Mir, proprietario di OHL, una delle società che fanno parte del consorzio AVE alla Mecca. López Madrid è un amico personale di Felipe VI.
Chi difende Corinna Larsen?
Il difensore di Corinna Larsen è l’avvocato britannico Robin Rathmell. È lo stesso che ha gestito la difesa dell’imprenditrice danese da quando il suo nome è emerso con le registrazioni dell’ex commissario Villarejo, registrazioni in cui riconosce la “donazione” di 65 milioni di euro da Juan Carlos I.
Questo avvocato lavora nell’ufficio di Kobre & Kim, con sede a Londra. Fu lo stesso che emise la lettera che Felipe VI ricevette il 5 marzo 2019, che rivelava, “senza alcuna giustificazione documentale”, la presunta designazione come beneficiario dell’attuale monarca della “Fondazione Lucum” alla morte del suo padre.
Ciò ha segnato la rottura tra padre e figlio. Un anno dopo, Felipe VI annunciò che avrebbe rinunciato a questa eredità quando suo padre morì.
Esistono ulteriori prove contro Juan Carlos de Borbón?
Il declino di Juan Carlos I è iniziato con un incidente in Botswana nel 2012. Si è scoperto così che mentre in Spagna la crisi economica era molto grave il re era a caccia in Africa. Corinna Larsen era con lui. “Scusate, ho sbagliato e non accadrà più”, disse il re dopo l’operazione.
Corinna Larsen viene definita “l’amica speciale” di Juan Carlos I. È diventata principessa quando ha sposato un Sayn-Wittgenstein, da cui in seguito ha divorziato.
Nel marzo 2019, Corinna Larsen è andata da un notaio per riferire delle operazioni sotto copertura del Consiglio Nazionale per l’Intelligence ( i servizi spagnoli) per proteggere Juan Carlos.
In questo atto notarile, Larsen riconosce di aver preso “otto scatole nere” dalla sua residenza a Monaco a Londra con documenti sull’attività del re emerito. Il suo contenuto è sconosciuto.