I palestinesi pronti a firmare un accordo con la Turchia per l’estrazione del gas

Un accordo tra Turchia e Palestina potrebbe incrementare la disponibilità di petrolio e gas turco nel Mediterraneo.
Questo lunedì un portavoce dell’Autorità Palestinese ha confermato ai media turchi che la Palestina è pronta a negoziare un’intesa di delimitazione marittima con la Turchia e a cooperare con Ankara per l’acquisizione delle risorse naturali presenti nell’Est del Mediterraneo.
Faed Mustafa, l’ambasciatore Palestinese ad Ankara, ha affermato in un’intervista che i palestinesi desiderano seguire le orme della Libia firmando anch’essi un accordo di delimitazione marittima con la Turchia.
Siamo aperti a qualsiasi idea che possa rafforzare le nostre relazioni con la Turchia, e questo include un patto relativo alle zone economiche esclusive
 
“ Anche noi abbiamo diritti nel Mediterraneo. La Palestina possiede delle quote di giacimenti di petrolio e gas situati nella zona Est del Mediterraneo. Siamo quindi pronti a cooperare in queste aree e firmare un accordo”, ha dichiarato Mustafa al giornale Aydinlik.
Una parte della costa del Mediterraneo orientale appartiene ai Territori Palestinesi e alla Striscia di Gaza, rendendo quindi legittimo usufruire dei diritti marittimi. 
Mustafa afferma che Israele sta ostacolando i Palestinesi nel loro tentativo di condurre esplorazioni e attività di estrazione del petrolio nel giacimento marino di Gaza, scoperto nel 1999, approssimativamente 30 chilometri a largo della riva dell’enclave assediata.

Con Israele e l’Egitto che tengono sotto scacco la Striscia di Gaza, e con i continui conflitti che caratterizzano l’area, il giacimento che secondo una stima contiene 85 miliardi di metri cubi è purtroppo rimasto inutilizzato per quasi 20 anni dalla sua scoperta.

“Non possiamo usufruire del gas a causa del blocco israeliano ha dichiarato l’ambasciatore.”

Lo scorso novembre il governo di accordo nazionale libico riconosciuto delle Nazioni Unite, ha firmato un memorandum d’intesa con la Turchia per delimitare le zone marittime nel Mediterraneo orientale nel tentativo di bloccare ulteriori attività di perforazione di risorse greche e cipriote nell’area.

Un accordo con l’Autorità Palestinese potrebbe incoraggiare ulteriormente i tentativi turchi di ridurre e ambizioni della Grecia che cerca di limitare l’attività turca in questa zona del Mediterraneo.
La Turchia e la Grecia sono alleate della NATO, ma sono da tempo in conflitto sulla questione Cipriota, quest’isola è divisa tra ciprioti greci e turchi dal 1974, quando l’isola fu separata dopo un colpo di Stato greco che provocò la reazione turca e la successiva invasione. La Repubblica di Cipro nel sud dell’isola è uno stato membro dell’UE, mentre il nord dell’isola è controllato dalla Repubblica turca di Cipro, riconosciuta solo dalla Turchia. Numerosi sforzi per la pace sono falliti e la scoperta di risorse offshore nel Mediterraneo orientale negli anni 2000 ha complicato i negoziati.
Secondo le leggi marittime delle Nazioni Unite, gli Stati costieri hanno diritto a 320 km di territorio marittimo dal loro litorale dove possono dichiarare una “zona economica esclusiva” (ZEE) e dove hanno il diritto di esplorare e sfruttare le risorse naturali.
Tuttavia, a causa della forma concava del Mediterraneo orientale, vi è una sovrapposizione tra le aree che ogni paese può rivendicare, richiedendo negoziati e compromessi – e l’opportunità, secondo alcuni, di far leva sui conflitti in corso.