Per la propaganda Islamofoba il Profeta Muhammad sterminò gli ebrei, ecco cosa successe davvero ai Banu Qurayza

“Muhammad ha attuato un genocidio nei confronti dei 600 ebrei della tribù dei Banu Qurayza.” Questa è l’accusa ricorrente dei predicatori dell’odio anti-Islam nei confronti del Profeta Muhammad (pbsl). Ovviamente questa affermazione non è più veritiera del credere che la Terra sia piatta.

Mettere le cose in chiaro

I Banu Qurayza erano una delle tribù di ebrei che violarono la Costituzione medinese assieme ai Banu Qaynuqa e Banu Nadir. Quando il Profeta fu scelto come governatore della città, a tutte le comunità di Medina fu chiesto di aderire ad un trattato, la Costituzione di Medina. Il testo, riportato ad esempio dallo studioso musulmano Muhamad Hamidullah, si basa sulla biografia del Profeta di Ibn Hisham, quella del famoso storico Ibn Ishaq, il testo Kitab-al-Amwal di Abu Ubaid, e il famosissimo testo di Ibn Kathir al-Bidayah-wan-Nihaya.

Il trattato sanciva un vero e proprio contratto sociale e di mutua difesa. Le regole della nuova Yathrib, adesso chiamata Medina, prevedevano che le parti contraenti si sarebbero unite contro i crimini di violenza, che i proventi delle spedizioni contro gli oppressori fra i politeisti dei Quraysh alla Mecca sarebbero stati divisi con i contraenti se avessero assistito alla battaglia ma che questi non erano obbligati a farlo. Erano invece obbligati a non allearsi militarmente con i nemici dei loro concittadini. 

Violazioni non strutturali del contratto da parte dei membri delle comunità contraenti, inclusa quella ebreaica, non avrebbero coinvolto tutta la comunità ma solo gli individui responsabili della violazione. Inoltre, le parti contraenti avevano l’obbligo di difendersi a vicenda nel caso in cui Medina fosse attaccata attraverso “consigli amichevoli e con fare sincero” ed ognuno aveva il compito di difendere la parte della città che abitava. Ai Quraysh con cui si era in guerra non era consentita protezione o assistenza. A tutti le tribù ebree fu dato lo stesso diritto e le parti si impegnavano a non violare il contratto. Il trattato affermava che “la sicurezza verrà garantita a meno che le misure di questo patto non saranno rese nulle in caso di violazione da una delle parti contraenti”. (Hamidullah, 1941).

I Banu Qaynuqa e i Banu Nadir: guerriglie, complotti e tradimenti

I Banu Qaynuqa violarono la costituzione tramando di sovvertire l’autorità politicaa del Profeta. Le fonti classiche riportano che il culmine di questi episodi fu quando una donna musulmana visitò una gioielleria nel mercato dei Banu Qaynuqa e fu molestata sessualmente. L’orafo, un ebreo, la denudò in pubblico e la schernì. Inutile ricordare il valore che la pudicizia e l’onore hanno per le religioni monoteiste. Un uomo musulmano per difenderla ebbe una colluttazione col negoziante che si concluse con la morte del molestatore. Una folla di ebrei dei Banu Qaynuqa arrivò sul posto e si avventò sull’uomo musulmano uccidendolo. Iniziarono delle vere e proprie guerriglie in città e la situazione era insostenibile. Ciò aumentò in modo irriconciliabile la tensione fra i musulmani e i Banu Qaynuqa.

Per salvaguardare la stabilità e viste le violazioni del trattato da parte dei Banu Qaynuqa, questi furono invitati a lasciare la città e trasferirsi in una città fortezza controllata da un’altra tribù ebraica e gli fu consentito di portare con loro tutti i loro averi e di andare in sicurezza (Guillaume, 1989; Stillman, 1979, Ibn Kathir, ed. 2014).

Il caso dei Banu Nadir fu anche peggio. Dopo la battaglia di Badr, in cui i fedeli sconfissero gli oppressori politeisti dei Quraysh, la tribù ebrea andò dai Quraish per lamentarsi della sconfitta dei politeisti di Badr e per incitarli a prendere le armi e far guerra ai fedeli. Il Profeta venne a sapere del tradimento dei Banu Nadir e affermò: “Lui (Ka’b ibn al-Ashraf, il leader dei Banu Nadir che andò dai Quraysh) ha apertamente assunto inimicizia con noi e parla male di noi e si è avvicinato ai politeisti (che erano in guerra con i musulmani) e li ha fatti radunare contro di noi per combattere” (Al-Zurqani, ed. 1973).

La conseguenza di questo tradimento e delle relative tensioni che stavano destabilizzando la città di Medina fu l’esilio dei Banu Nadir in totale sicurezza e con tutti i loro beni, oltre che la pena capitale per Ka’b ibn al-Ashraf per alto tradimento.

I Banu Qurayza: guerra, tradimento e assalto armato contro i civili

I Banu Qurayza andarono ben oltre le malefatte delle due tribù precedenti. I Quraysh (politeisti meccani)  mossero guerra ancora una volta durante la battaglia di Uhud arrivando quasi ad uccidere il Profeta. I fedeli respinsero questo attacco ma quello seguente si sarebbe rivelato ben peggiore. I politeisti meccani convinsero 10.000 politeisti ad allearsi per uccidere il Profeta ed i cerdenti a Medina nell’assedio che sarebbe passato alla Storia col nome di Battaglia del fossato (a confronto la battaglia di Badr contava 300 musulmani contro 1000 politeisti meccani).

La rivelazione coranica descrive con immagini forti questa difficile situazione nella Sura 33:

10. Quando vi assalirono dall’alto e dal basso, si offuscarono i vostri sguardi: avevate il cuore in gola e vi lasciavate andare ad ogni sorta di congettura a proposito di Dio.

11. Furono messi alla prova i credenti e turbati da un urto violento.

12. E [ricorda] quando gli ipocriti e coloro che hanno una malattia nel cuore dicevano: “Dio e il Suo Messaggero ci hanno fatto promesse per ingannarci!”

13. E un gruppo di loro disse: “Gente di Yathrib*! Non potrete resistere, desistete”, cosicché una parte di loro chiese al Profeta di poter andar via dicendo: “Le nostre case sono indifese”, mentre non lo erano; volevano solo fuggire.

*[“Yatrib”: il nome originario del complesso di oasi che in onore del Profeta (pbsl) prese poi l’appellativo di “Medinatun-nabi” (la città del Profeta)]

14. Se fosse stata fatta un’incursione dai limiti esterni [della città] e se fosse stato chiesto loro di abiurare, lo avrebbero fatto senza indugio

15. anche se prima avevano stretto con Dio il patto di non voltare le spalle. Saranno interrogati a proposito del patto con Dio!

Durante uno dei momenti di maggiore crisi, come ricorda il versetto 10, gli ebrei dei Banu Qurayza decisero di assistere in battaglia i politeisti attaccando i musulmani alle spalle e mirando nello specifico ad attaccare le donne, i bambini e gli anziani che erano nell’area protetta di al Fari’ ad attendere l’esito della battaglia (Guillaume, 1989).

I combattenti fedeli erano in una situazione di estrema crisi e non sapevano come affrontare la situazione. I loro figli, i loro anziani, le loro madri, le loro sorelle, le loro figlie stavano per essere massacrati dai Banu Qurayza dall’interno mentre i 10.000 politeisti assetati di sangue stavano per radere al suolo la città. Ma andiamo con ordine perché questo climax di crisi fu preceduto da vari eventi chiave.

Uno dei leader degli ebrei degli espulsi Banu Nadir, Huyay ibn Akhtab arrivò dalla fortezza degli ebrei di Khaybar per unirsi all’esercito di 10.000 politeisti come ambasciatore degli ebrei, per uccidere il Profeta e cospirare con gli ebrei dei Banu Qurayza affinché tradissero il patto e attaccassero i musulmani dall’interno. I Banu Qurayza accettarono ed il patto fu letteralmente strappato in due (Lings, 2006:228).

Grazie a degli informatori, il Profeta venne a sapere tramite Umar ibn al Khattab del tradimento dei Banu Qurayza ed il Profeta intimorito dal grande rischio che ciò poneva mandò il Compagno Zubayr ibn Batta a confermare la notizia e dare la possibilità ai Banu Qurayza di tornare sui loro passi facendo loro sapere che il loro tradimento non era più un segreto.

Zubayr giunse alla fortezza e gli ebrei risposero con forti offese ed insulti come riporta Ibn Ishaq e dicendo “Chi è questo Messaggero di Dio? Non vi è alcun patto fra noi e Muhammad e nessun accordo”. Zubayr tentò in ogni modo di convincerli ricordando in vano loro la sorte dei Banu Nadir e Banu Qaynuqa e questi risposero nel modo più violento e turpe (Lings, 2006:229).

Dopo vari eventi miracolosi, come una tempesta che arrivò e difese i musulmani e sbaragliò le truppe dei 10.000 politeisti tale da costringerli alla ritirata, era chiaro a tutti, incluso i Banu Qurayza, cosa sarebbe successo nelle prossime ore. I combattenti dei Banu Qurayza che cospirarono per uccidere i credenti dall’interno subirono la pena capitale e i non combattenti furono imprigionati.

Il destino dei Banu Qurayza: un esempio di giustizia profetica

Il Professore Misra Abdullah Anik, esperto di giurisprudenza islamica, hadith, teologia, tajwid e biografia profetica, in un’analisi comprensiva sul destino dei Banu Qurayza che qui citiamo riporta:

Nelle guerre tribali del passato, quando una tribù perdeva una guerra, i prigionieri sopravvissuti venivano spesso usati per il lavoro manuale o venduti in schiavitù altrove, quella era la situazione in cui l’Islam al momento del suo inizio si trovava. In seguito alla pena capitale inflitta ai guerrieri dei Banu Qurayza, una tribù di sole donne e bambini ora indifesi sarebbe stata impossibile da mantenere nell’antica Arabia, e in quei tempi la servitù islamica era un modo per integrare una tribù in una società altrimenti brutale e senza pietà.

La schiavitù non è una cosa positiva nell’Islam, ed è una benedizione che sia stata abolita nella maggior parte del mondo. Secondo l’antico ordine mondiale, tuttavia, il trattamento del Profeta (pbsl) dei prigionieri era esemplare e inaudito. Ad una madre ed ai suoi figli era proibito separarsi; anche i fratelli minori dovevano essere tenuti insieme.

Ai prigionieri venivano dati cibo e bevande e non venivano abusati né maltrattati. Nessuno studioso musulmano tradizionale afferma, tuttavia, che per il fatto che ci siano leggi che regolano il trattamento degli schiavi in ​​era pre-moderna, l’Islam non controbatta la schiavitù oggi.

Come riporta Al-Waqidi, alcuni prigionieri furono affidati ai musulmani, molti dei quali furono successivamente liberati a causa dell’esortazione che l’Islam ha a proposito dell’emancipazione degli schiavi.

Altri furono riscattati in cambio di risorse che sarebbero state usate per garantire che una simile minaccia esistenziale e tradimento non si ripresentassero più per la nascente comunità musulmana. Gli ebrei di Banu Qurayza furono dunque affidati ad altre tribù ebraiche di aree periferiche, come Khaybar e Tayma. Altri ancora furono dati a tribù politeiste nel Najd (che in seguito divennero musulmani).

Molti di questi prigionieri avrebbero continuato a condurre una vita libera e a prosperare nella società musulmana, e le prime opere biografiche musulmane elencano alcuni dei loro discendenti, come Muhammad ibn Ka’b al-Qurazi, che divenne un eminente studioso e narratore di hadith come riporta al-Dhahabi” (Anik, 2012).

Riferimenti:

  • Al-Zurqani Muhammad (1973), Sharh al-Mawahib, Vol II p. 10-12, Dar al Maarifah.

  • Guillaume Alfred (1989), The Life of Muhammad: A Translation of Ishaq’s Sirat Rasul Allah. Oxford University Press.

  • Hamidullah Muhammad (1941), The First Written Constitution of the World. pp. 31–42.

  • Ibn Kathir Hafiz (ed. 2014), al-Bidayah-wan-Nihaya. Darussalam Publishers.

  • Misra Abdullah Anik (2012), A Balanced Explanation of the Banu Qurayza Controversy, seekersguidance.

  • Stillman Norman (1979). The Jews of Arab Lands: A History and Source Book. Philadelphia: Jewish Publication Society of America.