Il Prof. Matteo Bassetti, è divenuto un volto noto all’opionione pubblica in questo periodo di emergenza dovuto all’epidemia di Coronavirus, infettivologo e Direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino, Bassetti non può definirsi certo un antagonista tra gli uomini di scienza, basti pensare che è stato tra i firmatari del cosiddetto “Patto per la Scienza” di Burioni.
Il medico genovese però è sempre stato molto critico nei confronti di chi in questi mesi ha creato un clima di terrore intorno al Coronavirus e in particolar modo con i suoi colleghi che hanno fatto previsioni catastrofiche puntualmente smentite dalla realtà.
Nel corso di un’intervista rilasciata a Stefano Molinari a Radio Radio Bassetti ha preso delle posizioni molto nette:
“Al gioco di terrorizzare la gente io non ci sto. Ad aprile ero il primo a dire che le cose andavano male, ma è altrettanto vero che oggi dobbiamo dire che la malattia è diversa. Chi dice che non dobbiamo dirlo vuol dire che vuol fare della censura. Io sono per una comunicazione libera.
Un periodo di lockdown è anche andato bene ma pagheremo i danni per anni
L’infettivologo del San Martino ha continuato:
Perché succedono queste cose? Magari c’è stata la voglia di qualcuno di coprire con il catastrofismo alcune decisioni. Non riesco a comprendere, dovremmo essere tutti contenti delle situazione attuale. Per un periodo il lockdown è andato anche bene, ma attenzione ai danni che pagheremo per i prossimi 10 o 15 anni.
I contagiati non sono per forza malati
“Non riesce a passare l’idea che i contagiati non devono essere considerati come malati. Noi non possiamo dire cosa succedeva a febbraio, marzo e aprile perché in quel periodo c’era un errore di fondo: non avevamo la capacità di fare tamponi come la abbiamo oggi. Chissà quante migliaia o milioni di persone erano contagiate a quei tempi.”
Dare i numeri dei contagi e dire che siamo in emergenza non ha senso
Bassetti poi si scaglia contro chi continua ad enfatizzare il numero dei contagiati facendo di fatto una sorta di terrorismo mediatico e fa notare che basta guardare alla situazione negli ospedali per capire che non c’è nessuna emergenza:
“Che senso ha andare a dire tutte le sere numeri di contagiati che non fanno altro che instillare nella nostra popolazione tanta ansia e all’esterno la visione di un paese che non è ancora uscito dal guado, cosa che non è vera. Siamo uno dei paesi che ha reagito meglio al Covid, forse – diamo questo merito ai sanitari – quello che ha reagito meglio al mondo. Dire che siamo ancora in emergenza semplicemente perché dal punto di vista legislativo l’Italia ha bisogno di una legge più snella – che ti dà solo l’emergenza – mi sembra un po’ paradossale. Guardando i nostri ospedali non siamo in una situazione di emergenza.”
C’è qualcuno a cui fa comodo mantenere lo stato d’emergenza
“Gli italiani hanno fatto un lavoro straordinario, ma la percezione dell’opinione pubblica mondiale non è questa. Purtroppo in casa nostra c’è un gruppo di persone forte che ha l’interesse che si mantenga questo stato di emergenza. È evidente che c’è una fazione molto grande a cui fa piacere mantenere lo stato d’emergenza”.