I musulmani di tutto il mondo celebrano oggi la festa di Eid al-Adha – il Festa del sacrificio – che cade il decimo giorno di Dhul Hijjah, il dodicesimo e ultimo mese del calendario lunare islamico.
Eid al-Adha è la seconda grande festa dei musulmani dopo Eid al-Fitr festa che segna la fine del mese di digiuno di Ramadan.
A causa dell’epidemia di Covid 19 molti paesi a maggioranza musulmana, tra cui Pakistan, Emirati Arabi Uniti e Algeria, hanno annunciato restrizioni alle celebrazioni.
Origini della festa:
Per i musulmani, il profeta Abramo è stato messo alla prova da Dio che gli aveva comandato di sacrificare il suo primogenito, Ismaele.
Ibrahim era pronto a sottomettersi alla volontà del suo Creatore, ma Dio una volta verificata la fede di Abramo risparmiò Ismaele e Abramo sacrificò un montone. Questo episodio è narrato in termini molto simili sia dalla tradizione ebraica che da quella cristiana.
La fine del Hajj, il Pellegrinaggio alla Mecca
L’evento segna anche la fine del Hajj, il pellegrinaggio di cinque giorni che tutti i musulmani sani e finanziariamente in grado sono obbligati a intraprendere una volta nella vita. Si ritiene che il pellegrinaggio purifichi l’anima dei peccati e consolidi l’uguaglianza e la fratellanza tra i musulmani.
Circa 2,5 milioni di pellegrini da tutto il mondo si radunano ogni anno nelle città della Mecca e di Medina, quest’anno, tuttavia, l’Arabia Saudita, a causa del Coronavirus, ha annunciato che avrebbe limitato molto il Hajj e così solo circa 10.000 persone tra i residenti in Arabia Saudita hanno potuto prendere parte al pellegrinaggio.
La celebrazione dell’Aid si realizza con una grande preghiera congregazionale al mattino presto a cui fa seguito un sermone, come è già successo per la festa dell’Aid el Fitr in Italia le preghiere si svolgeranno nel rispetto delle normative emanate dal governo per contenere la diffusione del Coronavirus, pertanto i fedeli pregheranno distanziati e indossando la mascherina.
Il Sacrificio
In questa occasione e fortemente raccomandato, a coloro che possono farlo, il sacrificio di un animale che può essere un montone, capra, una mucca o un cammello e parte della carne deve essere distribuita ai familiari e ai bisognosi.
Negli ultimi anni si è aumentato molto il numero di coloro che fanno una donazione ad organizzazioni umanitarie che si occupano di sacrificare l’animale in paesi colpiti dalla povertà, dalla guerra e dalla fame, come ad esempio: Yemen, Somalia, Palestina e Siria.
In Italia la ONG Islamic Relief da anni offre questo servizio.