Nessuno ci chiede di diventare tutti vegani ma negli ultimi anni i vegani nel mondo sono sicuramente aumentati, tanto che in America il mercato della carne vegetale, nel 2018 ha avuto vendite per 140 milioni di dollari. Le ragioni di questo trend in crescita sono tante come di conseguenza anche le critiche a riguardo.
È solo una moda?
Per quel che è la mia esperienza personale mi sono avvicinata a questo mondo, quasi 2 anni fa a seguito di una pielonefrite acuta. Ero ricoverata in ospedale quando a pranzo l’infermiera mi si presentò con prosciutto cotto e mozzarella.
Non c’era bisogno di essere un medico per capire che forse non erano proprio i cibi più adatti da mangiare in quel momento. È stato così che a seguito di quella vicenda mi sono rivolta ad un nutrizionista e ho seguito un corso di cucina naturale per comprendere quali cibi mi avrebbero fatto male e quali no.
Perché questa scelta
Ad oggi ho sviluppato la consapevolezza che un corpo sano non può prescindere da un alimentazione sana e da uno stile di vita altrettanto sano. Durante questo corso, ho infatti appreso l’abuso che avevo di alcuni alimenti e ho capito quanto sia importante conoscere la provenienza di ciò che mangio.
Ho riflettuto sul fatto che avere la possibilità di acquistare della carne al supermercato a 2€ non può essere sostenibile, quella carne di conseguenza non può essere considerata sana e non può che creare danni al nostro corpo e all’ambiente che ci circonda. Così ho diminuito drasticamente il suo consumo, iniziando inoltre ad acquistare frutta e verdura bio e pasta e cereali integrali, cercando di evitare di fare la spesa presso le gdo e i grandi supermarket.
Dunque, dobbiamo diventare tutti vegani?
No, non è necessario, ma forse è necessario ragionare sul fatto che l’avere tutto subito ci impedisce di sviluppare la consapevolezza necessaria rispetto ai costi e alle conseguenze delle nostre azioni, vediamo ad esempio l’enorme problema dell’inquinamento.
Abbiamo una disponibilità quasi infinita e a buon mercato di carne, pesce, uova, una condizione mai verificatasi prima nella Storia e questo è diventato un problema.
Dobbiamo quindi acquisire consapevolezza rispetto a noi, all’ambiente che ci circonda e al futuro dei nostri nipoti.
Spesso mi fanno sorridere quelli che rievocano nonni, zii, parenti dicendo che avrebbero da ridire su questa nuova ventata di vegani giovani e meno giovani.
Parlo oltretutto da figlia di meridionali, i miei nonni, avevano un grande rispetto della terra e degli animali. La terra la zappavano con le loro stesse braccia, gli animali li rispettavano e non li maltrattavano poiché sapevano che quello era un bene prezioso che avrebbe arricchito le loro tavole, ma non tutti i giorni. Sapete perché? Perché i pasti principali, la cosiddetta dieta mediterranea riconosciuta in tutto il mondo era fatta di pasta e legumi, pasta e ceci, lenticchie e verdure di contorno.
Lasagne, cannelloni, pastiera, carne arrosto erano per i momenti di festa e si preparavano in casa con tanto amore e zero consumismo.
Ingerire manzo e polli più volte a settimana, consapevoli dell’esistenza di allevamenti intensivi e dei medicinali e ormoni che danno a quest’ultimi per renderceli più appetitosi ai nostri occhi, non arricchisce il nostro corpo e non può che alla lunga creare danni permanenti.
Non c’è nulla di etico nell’essere vegano
Qua e là ogni tanto leggevo addirittura titoli di giornale sul fatto che non ci sia nulla di etico nell’essere vegani. Addirittura?
Facciamo chiarezza
Essere vegani sia per senso etico, sia per seguire uno stile alimentare sano non significa mangiare la quinoa a pranzo o il toast di avocado che arrivano da chissà dove.
Quella è moda, pura moda.
Ah e non significa tanto meno mangiare l’affettato di seitan o gli hamburger vegetali, non c’è nulla di sano in questi prodotti.
Essere vegano, in senso etico e salutistico, significa variare la propria dieta tra cereali, verdure di stagione e legumi, quest’ultimi in quantità più ridotta, circa il 30% del nostro pasto giornaliero, per evitare di avere carenze alimentari.
Al di là del gusto del palato di ognuno di noi, forse dovremmo fermarci a pensare se il consumo di carne e pesce che abbiamo oggi sia davvero così indispensabile ma soprattutto sostenibile.
Ah, state tranquilli, non diventerete anemici se non mangerete carne per più di una settimana.
Oltre a ciò, penso che questa pandemia ci abbia insegnato, oltre ogni dubbio, quanto possiamo essere fragili e vulnerabili e che forse dobbiamo ribilanciare il nostro stile di vita e ricordarci che siamo quello che mangiamo.
Di conseguenza deve diventare compito di ogni medico, che sia urologo, ginecologo, cardiologo, ecc rendere imprescindibile, nella cura del paziente, portare l’attenzione al quadro generale e non al singolo sintomo, al suo stile di vita ma soprattutto alla sua alimentazione.