Il 2 Ottobre è stato il primo anniversario del nostro giornale. Una data importante attraverso la quale possiamo tracciare il percorso della nostra storia e parlare delle idee-forza che ci hanno portato qui. Siamo partiti con la consapevolezza di dover rompere diversi tabù.
Innanzitutto battere una mentalità da minoranza oppressa in cerca di approvazione da parte degli altri che si tratti degli accademici, dei politici o dei prelati. Una mentalità che lungi dal rappresentare una strategia di alleanze a partire dal riconoscimento della nostra dignità, sentendoci alla pari, rappresenta invece il segno(direi dell’accettazione) di un rapporto di tipo neocoloniale tra i musulmani ed i settori egemoni della società Il modo fallimentare e subalterno in cui è stato portato avanti il dialogo con i vertici della Chiesa Cattolica lo dimostra ampiamente anche se esistono buone pratiche di dialogo con settori di base che continuano a funzionare.
L’altra ambizione è quella di strutturare una lettura controcorrente degli avvenimenti rompendo la barriera del politicamente corretto. Ci troviamo infatti in un importante crocevia per l’ umanità in cui è in gioco l’essenza stessa dell’essere umano, che si vuole decostruire a partire dall’appartenenza di genere ( concetto costruito per distruggere il concetto di maschio/ femmina ) per andare poi a colpire gravemente identità culturali e religiose.
Intendiamoci nessuno di noi persegue inesistenti purezze etniche Tutte le grandi civiltà ed in particolare quella islamica, si sono nutrite delle differenze tra i diversi popoli che, se ben interpretate rappresentano un enorme arricchimento. Ma portare avanti una cultura di appiattimento delle differenze e di riduzione del genere umano ad individui fluidi sradicati privi di ogni appartenenza significa creare una umanità di esseri asserviti alla dittatura del profitto ad ogni costo e del narcisismo più feroce.
Contro questa vera e propria disumanizzazione e l’asservimento alla tecnologia senza nessun argine di tipo etico i musulmani devono battersi con tutte le loro forze continuando a difendere e a costruire un concetto di comunità sano e che sappia rispondere alle necessità di chi ne fa parte, battendosi per la difesa della vita contro l’aborto, la povertà e le guerre di aggressione. A questa decostruzione puntano le élites dominanti ogni volta che attaccano il diritto a costruire una moschea.
Il terzo obiettivo è avere una lettura indipendente della politica internazionale e della geopolitica sottolineando i caratteri tirannici ed anti umani di certe dittature amiche di un Occidente che persegue la politica del rispetto dei diritti umani col doppio standard per amici ed avversari.
In questo percorso alcuni avvenimenti come l’intervento turco per stabilire una fascia di sicurezza per gli sfollati in Siria o il ritorno a casa della sorella Silvia Aisha Romano ci hanno dato una grande visibilità mediatica che ci è servita per diventare attore attivo e ascoltato nella vita della comunità musulmana italiana se non altro per la nostra diversità da altri progetti editoriali
Vogliamo continuare a dare voce a chi non si allinea alla politica dominante e a chi vuole avere un ruolo attivo e propositivo nella comunità superando tentazioni di vittimismo ed autoemarginazione… in sh’Allah ce la faremo.Abbiamo dimostrato che non occorrono grandi capitali ma grandi idee e che costruire tante moschee non basta .Occorre costruire una fede attiva nei cuori Per questo chiediamo il sostegno spirituale ed economico dei fratelli e delle sorelle in Italia e di chi ci segue dall’estero per i quali abbiamo iniziato anche a pubblicare in lingua inglese .