Dai Fenici ai Cartaginesi passando per i Greci, ed infine i Romani con il nome di Septem Fratres per Ceuta e Flavia per Melilla. Con la caduta dell’impero Romano ed all’alba della penetrazione musulmana nell’Africa del Nord; Non solo divennero città musulmane ma anche trampolino per le future spedizioni verso la vicina Spagna.
E’ dalla città di Ceuta infatti ,che partì ,alla guida di circa 12.000 mila uomini il grande generale berbero Tariq Ibn Ziyad, da cui, poi, prese il nome l’attuale Gibilterra(dal arabo Jabal-montagna di-Tariq).
Era il 711 ,e segnava l’inizio di un’epoca nuova per la penisola Iberica, ovvero quel pezzo di Storia che si lasciò dietro oltre a sontuosi palazzi di una rara bellezza , anche un’ inestimabile bagaglio culturale che trasformò la vita europea, dai costumi alle scienze, dalle arti alla musica
Come in tutte le storie, se da una parte c’è chi esulta ad oriente, ad occidente le forze cristiane si preparavano a contrastare questa “minaccia”.
Per la durata dei circa 800 anni di dominazione musulmana i papi chiamarono ad una nuova crociata, con la conseguente creazioni di nuovi ordini cavallereschi; i regnanti dei paesi circostanti si unirono per spazzare via il dominio islamico, nella paura che si potesse propagare al resto del vecchio continente.
Con l’inizio della lenta decadenza degli emirati andalusi, rientravano in campo le due città, divenendo puntualmente varco di accesso dei soccorsi dei vari califfati marocchini. Da quello Almoravide di Yusuf Ibn Tashfin a quello Almohadi fino alla divisione del califfato (principale supporto verso l’Andalusia) che non fece altro che favorire la definitiva caduta anche dell’ultimo dominio musulmano in Spagna , l’emirato di Granada il 2 Febbraio del 1492.
All’indomani del grande successo tanto ambito, “i re cattolici” Ferdinando d’Aragona II ed Isabella, su indicazione e con il supporto papale, decisero di invadere le terre marocchine così da sbarazzarsi una volta per tutte della minaccia musulmana e, dopo Ceuta, Tanja Assilah (prese dai Portoghesi),gli spagnoli conquistarono la città di Melilla chiudendo il capitolo dell’Andalusia musulmana.
Il 1497 e il 1640 (quando la Spagna sottrae Ceuta ai portoghesi) sono queste le due date a cui fino ad ora fanno riferimento gli Spagnoli quando si tratta di “accreditare” la legittimità del loro dominio, fondata ideologicamente sul testamento di Isabella la cattolica, che raccomandò ai suoi successori l’invasione dell’Africa del Nord e la cristianizzazione delle sue popolazioni. Pretesto che spinse le dinastie marocchine a non accettare mai la situazione e a numerosi sforzi di “liberazione” di questi territori. Il più illustre è il tentativo ad opera del sultano alauita Moulay Ismail, che riuscì a strappare agli inglesi e agli spagnoli le città di Tangeri, Larache e Asilah, e pose sotto assedio Ceuta per circa 34 anni.
Nel 1995 lo Stato spagnolo accordò alle due città uno status di autonomia. Nonostante le pretese territoriali di Rabat mantengano un basso profilo, la controversia territoriale non cessa di rappresentare un nocciolo fondamentale nelle le relazioni diplomatiche tra le due corone, soprattutto ora che aumentano le rivendicazioni della popolazione musulmana di cultura amazigh-marocchina, contro la politica razzista ed islamofobica adottata da alcuni partiti spagnoli. Queste richieste che non possono restare ignorate visto il crescente peso demografico di questa fetta di popolazione(oltre la metà di quella totale) che si prevede possa ribaltare sostanzialmente la scena non solo socio-economica,ma anche quella politica portando alla creazione di una nuova identità, e nuove sfide per i leader spagnoli.