Il Gran Mufti d’Egitto, Shawki Allam, ha affermato che quasi il 50% della seconda e terza generazione di musulmani in Europa simpatizza per l’ISIS e le sue dichiarazioni hanno scatenato un’ondata di indignazione tra i musulmani europei.
Il Mufti in un’intervista rilasciata al canale satellitare “Sada Al-Balad” ha sostenuto che questa percentuale è tratta da uno studio condotto nel 2016 sulle comunità islamiche nel vecchio continente e poi ha rincarato la dose sostenendo che “il numero di europei nell’ISIS è in aumento”.
Shawki Allam ha legato questo dato al lavoro dei centri islamici europei che a suo parere: “devono rivedere la formazione, la qualificazione e la formazione scientifica delle guide religiose…”
Le dichiarazioni di Allam hanno scatenato un’ondata di polemiche e indignazione sui social media, e gli utenti di Twitter hanno chiesto informazioni sullo studio di cui parlava, chiedendogli di rivelarne i dettagli e renderlo disponibile al pubblico.
Numerosi attivisti hanno bollato le dichiarazioni di Allam come “un’istigazione contro le minoranze musulmane in Occidente che già portano il peso delle persecuzioni islamofobe” e gli hanno rinfacciato di non conoscere in assoluto la realtà europea.
Altri invece hanno ricordatao al Mufti che“farebbe bene a guardare in casa propria visto che in Egitto la popolazione è in grande sofferenza e che il paese è tenuto con il pugno di ferro da una dittatura feroce.”
Anche il presidente dell’Unione delle Comunità Islamiche Italiane, Yassine Lafram, ha contestato con decisione le affermazioni del Mufti egiziano: “si tratta di dichiarazioni irresponsabili che di fatto danno le comunità islamiche in pasto ai movimenti xenofobi che non attendono altro che avere alleati all’interno del mondo islamico che legittimino le loro posizioni islamofobe”.
“Queste dichiarazioni oltre a rappresentare delle fake news, non fanno altro che alimentare l’islamofobia in Europa, piaga che ci aspetteremmo si aiutasse a combattere invece di rinfocolare” ha aggiunto Lafram.
Interrogato sulle reali motivazioni di queste affermazioni così pesanti da parte di Allam, Lafram risponde: “è evidente che si tratta di una manovra politica: l’Egitto fa una rappresentazione infamante dei musulmani europei perchè si vuole legittimare agli occhi degli stati occidentali come soluzione a questo problema, è tempo che cerca di presentarsi come autorià religiosa in grado di correggere l’estremismo, in questo caso lo fa a danno dei musulmani europei.”
E ancora: “il Mufti non è semplicemente un sapiente o una guida religiosa ma in questo caso è un funzionario nominato dal regime egiziano e con queste dichiarazioni sta facendo politica, ma noi dobbiamo ricordare che è esperessione di un regime dittatoriale che sta facendo una repressione feroce di ogni dissenso, oggi anche nell’ambito religioso in Egitto vige il pensiero unico perchè molti sapienti sono stati zittiti e repressi, non sono liberi di esprimersi.”
Il presidende dell’Ucoii poi aggiunge: “bisogna stare molto attenti a non cadere nell’errore di considerare il mufti o l’Imam di Al Azhar come autorità islamiche unversali alla stregua di un papa, questa è un’operazione che l’Egitto sta facendo ma che non trova nessuna corrispondenza nella realtà, nè in base alla natura della nostra religione e tanto meno in base ai reali equilibri nel mondo islamico e al reale sentire dei musulmani.”