La Cina è stata eletta membro del Consiglio dell’ONU per i diritti umani. Nonostante l’oppressione attuata contro gli Uiguri nello Xinjiang.
Fra gli altri eletti figurano Stati come Russia ed Ucraina per la regione dell’Europa dell’Est, e Francia e Regno Unito per l’Europe occidentale mentre Bolivia, Cuba e Messico rappresentano la regione dell’America latina e vi sono Costa d’Avorio, Gabon, Senegal e Malawi per l’Africa.
Gli USA si ritirarono dal consiglio 2 anni fa, portando alcuni analisti a parlare di un cambio di approccio all’interno del consiglio da una visione dei diritti umani basata sulle libertà individuali ad una basata sull’economia.
I 15 membri del Consiglio vengono eletti per un termine di tre anni e a differenza dell’ultima elezione la Cina ha ottenuto meno voti. Il regime cinese ha infatti ottenuto 139 voti rispetto ai 180 del 2016 portando alcuni a parlare di una paura ridotta nei confronti della Cina da parte degli Stati membri dell’ONU che erano solito appoggiarla.
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Non sono mancate le critiche: durante un briefing organizzato da UN Watch, l’ex prigioniero politico Yang Jiangli ha affermato:
“Sotto ogni punto di vista la Cina ha gravemente abusato dei principi fondanti dei diritti umani delle Nazioni Unite. Se questa fosse un’elezione per un consiglio delle Nazioni Unite per i violatori dei diritti umani, sarebbe più che appropriato votare per la Cina, poiché è leader mondiale nella violazione dei diritti umani. “
E’ lo stesso Direttore Esecutivo di Human Rights Watch Kenneth Roth ad affermare su Twitter che nonostante le elezioni della Cina siano da considerare una brutta notizia, il fatto che meno stati l’abbiano votata lascia ben sperare.