Una epidemia può fare tanto più danno in una società mezza malata. Questa è la traduzione in termini spicci dell’editoriale apparso su “The Lancet” a firma del suo direttore R. Horton.
Horton esordisce affermando che sarebbe più corretto ed efficace capire che quella che stiamo vivendo non è propriamente una epidemia bensì una sindemia, cioè la sovrapposizione di due epidemie, quella del COVID19 che si è andata ad aggiungere a quella delle malattie croniche che in quest’epoca ha raggiunto di fatto livelli epidemici.
La nostra società, come tutti sappiamo, è per una grande parte malata. Diabete, obesità, intossicazioni da inquinanti ambientali, patologie tumorali, patologie respiratorie croniche o cardiovascolari, solo per citarne alcune, sono in costante aumento, e tutti gli studi epidemiologici mostrano come esse siano in stretta relazione con il livello socioeconomico e come il COVID abbia colpito più duramente proprio questi strati sociali.
Vista in termini di sindemia la situazione risulta molto più comprensibile e di conseguenza rende più chiara la visione riguardo alle strategie da adottare. Ma R. Horton, dopo mesi di ostinata campagna pro lock down e vaccino come unica speranza del mondo, grazie a questa incredibile scoperta, si spinge addirittura ad affermare che “dobbiamo ammettere di aver adottato un approccio troppo limitato per gestire questa epidemia” per poi concludere, il suo bellissimo articolo, di cui per inciso consigliamo la lettura, “la vulnerabilità dei cittadini più anziani, delle comunità nere, asiatiche e delle minoranze etniche, e dei lavoratori dei servizi essenziali mal pagati e senza protezioni sociali, mostra una verità finora appena riconosciuta: non importa quanto efficace sia la protezione fornita da un vaccino o da un farmaco. Una soluzione puramente biomedica al COVID19 fallirà.”
Siamo molto felici di aver letto questo editoriale ma non possiamo fare a meno di notare che scoprire l’acqua calda non è mai una grande scoperta, anche se lo si fa dalle colonne di una prestigiosa rivista la quale, come una novella inquisizione, finora si era ostinata a negare ciò che era sotto gli occhi di tutti e ciò dovrebbe metterci in guardia sui limiti dalla “grande scienza” dei giornali. Ci chiediamo poi a questo punto, quale piega prenderà l’evidente battaglia che si sta consumando tra gli scienziati di tutto il mondo, la quale ha preso forma nella lotta tra i sostenitori della “Great Berrington Declaretion” molto più vicina ad un approccio di prospettiva ampia come suggerito da questo editoriale, ma che finora ha goduto dell’ostracismo dello stesso “The Lancet” così come delle più rinomate riviste internazionali, e i sostenitori del “John Snow Memorandum” sostenuta appunto dalla The Lancet and company.
In ogni modo la notizia è che finalmente possiamo dire di avere una conclusione condivisa da tutti, oggi la bastonata è stato il COVID19, ma se non sapremo costruire una umanità più sana, saremo sempre lì a rincorrere il vaccino o il farmaco di turno.