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Col nuovo dpcm le misure restrittive sono graduate su tre livelli di rischio e per la zona rossa il regime è praticamente quello della fase 1 durante la prima ondata della pandemia. Fanno discutere però alcune scelte del governo come quella sulla Campania inserita nella fascia a rischio più basso. Il dubbio che questo sia dipeso dalle proteste anti-lockdown è molto diffuso.
Venerdi 6 novembre entreranno in vigore ulteriori misure restrittive previste dal travagliato nuovo dpcm. L’Italia è divisa in tre fasce di rischio: gialla, arancione e rossa. Per la fascia rossa il regime è praticamente quello della fase 1 durante la prima ondata della pandemia. Fanno parte di questa fascia la Lombardia, il Piemonte, la Valle d’Aosta e la Calabria. Poi ci sono la Puglia e la Sicilia in fascia arancione, dove tra l’altro è vietato uscire dal comune di residenza. Infine 14 regioni su 20 sono state inserite in fascia gialla, con i ristoranti che chiudono alle 18, il coprifuoco alle 22, e la mascherina che ormai è diventata come le mutande, da tenere fissa anche in classe per gli studenti.
Il primo cambio di strategia di Conte
Dopo le proteste contro le misure restrittive, che hanno preso il via a Napoli venerdì 23 ottobre, Giuseppe Conte ha cambiato strategia di comunicazione. Prima caricava di aspettative le sue dirette serali nelle quali anticipava i contenuti dei dpcm che sarebbero stati pubblicati il giorno dopo. Domenica 25 ottobre ha scelto di andare in diretta ad orario di pranzo col dpcm già firmato e diffuso dalla stampa. La scelta non è stata casuale ma dettata dal calo di consensi che le misure restrittive stanno facendo registrare in questa fase della pandemia. Metterci la faccia è diventato meno redditizio ed allora meglio avere meno persone incollate alle dirette in trepidante attesa delle nuove misure.
Il secondo cambio di strategia
Per il dpcm in vigore, con la differenziazione regionale efficace a partire da venerdì prossimo, la strategia di Conte è cambiata ulteriormente. Oltre ad un infruttuoso confronto con le regioni durato dieci giorni, lunedì 2 novembre per la prima volta il presidente del Consiglio ha preventivamente presentato il dpcm ad un distratto Parlamento impegnato con la legge sull’omotransfobia. Siamo giunti cosi al ribaltamento completo del tanto contestato strumento del dpcm. Durante la prima ondata della pandemia furono sollevati dubbi sulla costituzionalità di uno strumento “leggero” come il decreto del presidente del consiglio per emanare misure tanto restrittive in materia di libertà personali. Questa volta Conte ha inscenato un confronto parlamentare prima di emanare il provvedimento, a conferma che intestarsi le misure restrittive ora produce un calo dei consensi.
Il colore delle regioni
Quando ieri il Ministro della Sanità Speranza ha emanato l’ordinanza per inserire le regioni nelle tre fasce di rischio a tutti è sembrato che 14 regioni su 20 in fascia gialla fossero un po’ troppe. Stride su tutte il caso della Campania per la quale nelle anticipazioni si era indecisi tra fascia arancione e fascia rossa, e dove alcuni organizzatori delle proteste a Napoli hanno cantato vittoria per l’inserimento in fascia gialla. Come dar loro torto?