Dall’inizio dell’anno 689 strutture sono state demolite in tutta la Cisgiordania e Gerusalemme Est, 869 persone sono rimaste senza casa, Israele richiamata per “la più grande demolizione di case palestinesi da anni”.
Le Nazioni Unite hanno richiamato Israele per aver portato a termine quella che hanno definito “la più grande demolizione di case palestinesi nella Cisgiordania dopo un decennio di occupazione.”
Più di 70 persone, tra cui oltre 40 bambini, si sono ritrovati ad essere senza tetto in seguito all’abbattimento delle loro abitazioni all’interno dell’insediamento beduino di Khirbet Humsa, nella Valle del Giordano, hanno riferito le Nazioni Unite.
Dal suo canto l’esercito israeliano si è giustificato definendo tali strutture illegali.
Tuttavia le Nazioni Unite hanno definito le azioni israeliane una “grave violazione” del diritto internazionale.
Rifacendosi all’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha), più di 75 strutture – tra cui case, rifugi per animali, servizi igienici e pannelli solari – sono state distrutte nel momento in cui i bulldozer israeliani si sono recati nell’insediamento durante la tarda serata di martedì.
Il filmato della scena dopo la demolizione, realizzato dal gruppo israeliano per i diritti umani B’Tselem, mostra l’area disseminata di rottami tra cui lamiere contorte, lenzuola e lettini.
On 3 Nov. 2020, Israel demolished an entire Palestinian community in the Jordan Valley. A convoy of bulldozers drove up to the tiny shepherds’ community of Khirbet Humsah and razed it to the ground. pic.twitter.com/betIEmiLpt
— B'Tselem בצלם بتسيلم (@btselem) November 6, 2020
“Questa è una grande ingiustizia”, ha detto Harb Abu al-Kabash, abitante del luogo, al quotidiano israeliano Haaretz. “Non sapevamo che sarebbero arrivati e non ci siamo preparati, e ora siamo costretti ad affrontare la pioggia”.
Ocha ha ribadito che Khirbet Humsa, conosciuta come Humsa al-Bqaiaa in arabo, era una delle 38 comunità situate completamente o parzialmente all’interno delle “zone di fuoco” designate da Israele, le quali costituiscono tutt’oggi “alcune delle comunità più vulnerabili della Cisgiordania”.
Ha inoltre affermato che tali demolizioni rappresentano “gravi violazioni alla Quarta Convenzione di Ginevra”, il diritto internazionale concepito al fine di proteggere le popolazioni civili nei territori occupati.
L’insediamento israeliano nella Cisgiordania risale alla guerra del 1967 nel Medio Oriente. In questi suoli i palestinesi esercitano unicamente un autogoverno limitato in alcune parti della Cisgiordania, mentre Israele ditiene il controllo generale.
Pertanto le comunità palestinesi si lamentano del fatto che spesso è inutile cercare di ottenere i permessi di costruzione nelle aree amministrate da Israele, in quanto finiscono per essere sforzi vani.