No mia zia non è morta di Covid ma di leucemia: la manipolazione delll’ospedale

Mia zia aveva paura del Covid, per questo per 20 giorni trascura quella che appare come una gastrite, finché allo stremo e troppo dimagrita si reca in pronto soccorso.

Le fanno il primo tampone e risulta negativa, ovvio, era ormai quasi cieca a causa di una malattia agli occhi che aveva fin dalla nascita, non incontrava nessuno da mesi e non usciva da mesi.

I primi esami riportano qualcosa di sospetto, viene trasferita nella clinica privata del suo senologo, dove 2 anni prima aveva curato e combattuto un cancro al seno.

Secondo tampone di nuovo negativo.

Capiscono che ha la leucemia e con un insistenza che ancora non concepisco le fanno un terzo tampone, nel frattempo sono passate due settimane.

Terzo tampone mia zia risulta positiva al Covid, i medici riferiscono che potrebbe essere risultata negativa le prime due volte perché il virus ancora in incubazione, stento a crederci, oppure averlo preso in ospedale.

Le sue condizioni in due settimane sono peggiorate notevolmente.

Appena risulta positiva scatta quindi il divieto di vederla e i suoi figli vengono contattati in ospedale solo per firmare i consensi sia per procedere con la chemio che per procedere con il Remdesivir.

 

Dopo solo due giorni dall’esito del tampone e dall’inizio della chemio arriva la telefonata tanto temuta.

Mia zia non ce l’ha fatta, dichiarata morta per Covid! Si esatto per Covid, neanche con Covid.

Sì, sto denunciando un decesso dichiarato falsamente per Covid. Mia zia è morta per la leucemia non per il Covid.

Lei ha contribuito ad aumentare un tasso di mortalità del virus che quindi non lo fa corrispondere a verità.

Mi chiedo quanti come lei hanno avuto lo stesso destino, mi chiedo quale interesse ci sia dietro.

Mio padre cerca un appiglio per sapere com’era tenuto il corpo di sua sorella, chiede alle pompe funebri se possono raccontargli come l’hanno trovata, non riesce a darsi pace, è successo tutto troppo velocemente.

Loro gli spiegano la procedura da Covid: muori da solo e vieni messo in un sacco, sí esatto, in un sacco come quando a fine cena butti l’umido in un sacco.

È inevitabile è notte, mi hanno raccontato queste cose ieri sera e non ho fatto altro che sognare questa immagine.

Aggiungono anche che ogni ospedale per un morto dichiarato Covid riceve 2.000€, “che è un business “ a detta loro che avvolgono il corpo di mia zia in un altro sacco termico e non sanno quindi dirgli se aveva addosso un pigiama, una veste o cos’altro.

Poco importa il corpo di un malato Covid viene cremato e per fortuna almeno questo era una volontà di mia zia.

Al di là del proprio credo religioso, del rapporto con la fede di ognuno di noi, mi chiedo spiritualmente quanto sia disumano tutto questo. Riassumendo: una persona entra in ospedale e dopo svariati tentativi ti dicono che ha il Covid, tu non puoi più vederla, non sai più nulla, non puoi starle vicino a darle forza e conforto. Dio solo sa quanto ho urlato e pianto disperatamente per questo pensiero nelle settimane precedenti.

Alla fine vieni riposto in un sacco senza alcun rituale, senza alcun congedo dai tuoi cari, senza nessuna sensibilità davanti alla salma di un corpo umano.

In un sacco come l’immondizia. Ma poi perché? Che pericolo c’è? Realmente ora di cosa stiamo parlando?

In cosa si stanno trasformando gli ospedali?

È notte e continuo ad essere arrabbiata, sono state settimane turbolente, continuo a pensare all’ingiustizia che sta dietro tutto questo, al senso di impotenza, non posso far altro che scrivere questo articolo. Chissà se ciò che dicono gli addetti alle pompe funebri è vero, non mi spingo nemmeno a verificare perché morirei di rabbia.

Non nego il Covid, sono lontana dall’essere una negazionista, so che esiste davvero ma tutta la gestione di questa pandemia sia a livello umano che medico che economico mi lascia davvero perplessa, arrabbiata e impotente.

Mi è sembrato di vivere all’interno di un film horror, incastrata, con l’assassino pronto a fare il suo gioco messo in atto con ciascuna vittima e io già pronta al destino inevitabile a cui andavo incontro: un familiare lasciato morire da solo nei suoi ultimi istanti di vita. 

Quando finirà tutto questo, ma mi chiedo soprattutto finirà mai?

È in corso un cambiamento di approccio medico ospedaliero, che non farà ritorno e da cui bisogna stare molto attenti.