Aggressione col coltello a Lugano: la malattia mentale che passa per terrorismo

In queste ore a Lugano una donna ha accoltellato due persone ferendole. I titoli roboanti dei vari giornali come Il Fatto Quotidiano e altri hanno subito parlato di attacco terroristico. Un acchiappa-clic irresistibile certo ma la realtà è molto diversa.

Il cancelliere Kurz ha mandato un messaggio di “solidarietà in queste ore difficili”, mentre si intensifica la sua campagna di caccia alle streghe contro la società civile musulmana in Austria dopo l’incontro con Macron, che a sua volta è impegnato a censurare vari articoli critici verso politica oppressiva francese contro i musulmani pubblicati sulla stampa internazionale.

La polizia federale svizzera ha infatti reso noti i dettagli della questione: l’assalitrice è una donna disturbata che si era innamorata sui social di un combattente in Siria.

La donna tentò di raggiungere il combattente ma fu fermata dalle autorità turche che la fecero rientrare in Svizzera dove fu confermato il profilo psicologico instabile e fu collocata in un istituto psichiatrico dal 2017.

Da allora, spiegano le autorità svizzere, la donna non è più apparsa nei dossier federali legati al terrorismo.

Un contatto dunque sporadico con l’estremismo da parte di una donna con disturbi mentali che l’autorità federale svizzera ha ben fatto a monitorare e che ha anche ben fatto a chiarine la natura non terroristica dell’aggressione. 

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