Cosa accadrebbe se questa domenica riaprissero gli stadi? Me lo sono chiesto in questi giorni e mi sono convinto che gli stadi si riempirebbero.
Risulta una previsione abbastanza semplice da fare, perchè ogni qual volta il governo ha allentato la morsa dei provvedimenti restrittivi, abbiamo visto che le persone hanno avuto fame di libertà e fame di vita.
Non si può generalizzare, di sicuro in molti non ci andrebbero, così come mentre migliaia di cittadini affollavano i centri per lo shopping o per il gusto di una passeggiata, in tanti restavano chiusi in casa come hanno fatto in questi mesi.
Siamo 60 milioni, quindi è normale che ci siano sensibilità e reazioni diverse di fronte a questa situazione.
Si potrebbe pensare che chi andrebbe allo stadio ha delegato in toto al governo le valutazioni del rischio e si limita a vivere come gli viene “concesso” a meno di restrizioni esplicite, oppure è semplicemente che ponderando rischi e necessità decida diversamente da chi si chiude in casa.
Zaia commentando le piazze delle città venete piene ha detto rammaricato: “la gente non ha più paura di morire”, di sicuro non si tratta di una verità assoluta ma come approsimazione ritengo che funzioni per fotografare uno spaccato di realtà.
Nel corso delle nostre vite corriamo innumerevoli rischi, ma nella maggior parte dei casi lo facciamo senza provare timore, si tratta di incoscienza? Oppure proprio di coscienza della reale portata di tali rischi? E chi vive in stato di costante timore per questo non è forse considerato patolgico?
Si teme sempre l’ignoto e così si è temuto e si teme il Covid, e fa riflettere che più passa il tempo e meno lo si teme.
Ci hanno chiesto di liberarci della dimensione esperienziale in favore della “scienza” o peggio, dell’informazione, ma cosa accade quando la scienza e l’informazione perdono totalmente di credibilità sottoponendo i cittadini ad un bombardamento di teorie e ipotesi e proclamate verità così strampalate e contradditorie come è stato negli ultimi 10 mesi?
Succede che la tanto bistrattata esperienza, deve entrare in gioco per toglierci dall’empasse e permetterci di decidere come gestire il rischio insito nella nostra stessa esistenza.