Un’organizzazione israeliana che si oppone ai matrimoni misti fra ebrei ed arabi intende aiutare gli ebrei convertiti all’Islam che “si sono persi” e in questo modo impedire quella che essi ritengono l’assimilazione degli ebrei con i non-ebrei in Israele.
Secondo un rapporto pubblicato da Sputnik News, Lehava, considerato da più parti un movimento di estrema destra, accusato di estremismo e perfino di terrorismo, si è impegnato ad aiutare le donne, in particolare le donne ebree che si sono convertite all’Islam dopo aver sposato uomini arabo-israeliani, a tornare in seno al giudaismo.
Anat Gopstein ha fondato insieme a suo marito l’organizzazione nel 2005.
“Non è facile fornire numeri ufficiali, ma sappiamo bene che le conversioni aumentano, semplicemente perché anche il processo di assimilazione in Israele è in crescita,” spiega Gopstein. “Succede che le donne finiscono per convertirsi perché si sono sposate con uomini musulmani, e questo per noi è un problema, perché si tratta di gentili che sottraggono donne all’ebraismo.”
Sebbene statistiche aggiornate siano difficili da ottenere, nel 2006 ci sono state 70 conversioni all’Islam in Israele, il doppio rispetto a tre anni prima. Da allora il numero ha continuato a crescere. Fra il 2005 e il 2007, 250 israeliani, di cui molte donne, si sono ufficialmente convertiti all’Islam.
Secondo il giudaismo, i bambini nati in famiglie miste ereditano la qulità di ebrei esclusivamente dalla madre. Tuttavia, per il gruppo Gopstein anche questo è un problema: “Perché vivendo con i loro padri arabi, questi bambini finiranno con sposare altri arabi quando saranno cresciuti e questo vuol dire che alla fine saranno espulsi dal giudaismo. Ma anche non tenendo conto di ciò, pensate a questi bambini. Sono nati e cresciuti fra due società in conflitto, e molto spesso si ritrovano rifiutati da entrambe.”
Nel 2018, il giornalista ebreo Mahdi Majeed si è convertito all’Islam, e ha fatto riferimento ad Israele come allo “Stato sionista,” nonostante che in precedenza lo avesse descritto come un faro della democrazia nella regione. Ha riconosciuto che gli israeliani hanno diritto a vivere in pace senza essere in guerra con i palestinesi.